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I cattolici non si devono far corrompere dal relativismo

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22 Novembre 2008

Egregio Direttore,
ho letto la lettera “Caso Englaro, i cattolici non
si facciano corrompere dal relativismo” del signor
Simone Malnati, e mi sembra equilibrata,
interessante e ricca di spunti di riflessione.
La lettera non è certo rivolta a me, è un appello,
un’esortazione per i cattolici ad unire le loro
forze ed agire politicamente. Premetto che buona
parte di quello che avrei voluto scrivere lo ha
già scritto, magistralmente, la nostra cara
lettrice Roberta Lattuada, nel suo “Io a caccia di
verità”. Aggiungo solo poche considerazioni.
Religione e politica: prendo a modello di
riferimento la confessione religiosa dei Testimoni
di Geova (tdg). Essi non votano, non assumono
cariche pubbliche istituzionali, non sono iscritti
a partiti politici, non si costituiscono come
movimento o soggetto politico ed altro ancora, ma
ciò non impedisce ai tdg di essere cittadini
rispettati e rispettabili, di chiedere ed ottenere
l’applicazione delle norme che possono interessare
loro, di esercitare il culto, di vivere pienamente
la loro fede. I tdg, per loro convinzione
dottrinale, non accettano trasfusioni di sangue, e
tutti i fedeli si attengono a tale vincolo,
semplicemente perché è scritto nella Genesi
biblica: a loro non serve una norma di legge,
italiana, che proibisca le trasfusioni, e mai si
sognerebbero di chiederla. Le loro norme ed i loro
vincoli di carattere religioso, valgono solo e
soltanto all’interno della loro comunità, però, da
cittadini italiani osservano altre norme ed
ottemperano ad altri doveri: essi danno a Cesare
ciò che è di Cesare, ed al loro dio ciò che egli
chiede a loro. I fedeli tdg hanno ben compreso
che, per loro, esistono due distinti livelli di
norme: quelle civili, più blande e generiche
(poiché devono servire anche ai non tdg), e quelle
religiose, di solito più dettagliate e
restrittive. I tdg sono spontaneamente laici,
poiché sanno tenere distinto l’ambito religioso da
quello civile, e non invadono le Istituzioni, e
non alterano le norme che includono tutti gli
altri cittadini. A parte la loro esuberanza nel
diffondere la parola del Libro, non si può dire
che i tdg non siano dei cittadini esemplari. Con
sfumature differenti, anche altri cristiani
evangelici si comportano in modo simile a quello
dei tdg. Orbene, sarei felice di vivere in una
nazione, l’Italia, nella quale tutte le religioni
avessero una condotta analoga a quella dei tdg,
tutte rispettose delle Istituzioni dello Stato,
tutte da esso rispettate. Se così fosse, nessuna
regola religiosa diverrebbe legge dello stato, ma
sarebbe comunque osservata dai fedeli della
relativa religione. Nessuna regola religiosa, né
il divieto di trasfusione, né la macellazione
rituale islamica, e nemmeno le limitazioni
relative alla procreazione assistita. Ritornando
allo scritto di Malnati, noto invece che egli
esorta i suoi correligionari a tenere una condotta
diametralmente opposta, rispetto a quella dei tdg.
Malnati fa benissimo a mettere in guardia i suoi
confedeli dai “pericoli” del relativismo, fa un pò
meno bene, secondo me, a consigliar loro di
tuffarsi in politica. Molti fedeli cattolici, e la
Chiesa con essi, si innestano intenzionalmente
nelle Istituzioni dello Stato, con l’intento di
osservare, ed all’occorrenza “regolare” le
medesime, e come se non bastasse essi si
costituiscono in partiti politici e, forti dei
propri numeri, condizionano pesantemente l’assetto
politico, quindi il contenuto delle norme di
legge, le leggi di tutti. Sì, lo so, si chiama
democrazia (lo stesso meccanismo che, un domani,
potrebbe assecondare i vezzi di una nuova,
maggioritaria, religione). Osservo però che, se
una regola religiosa non fosse osservata dai
fedeli di riferimento, tanto che si rendesse
necessario imporla per legge dello Stato, di
qualità scadente sarebbero quei fedeli, e debole
sarebbe quella religione. Mi domando poi, i fedeli
che dapprima non rispettavano la regola religiosa,
saranno davvero contenti di subirla come legge?
Saranno contenti di sapere che codesta regola,
oltre che rompere le scatole a loro, le rompe
anche a chi nemmeno appartiene alla loro
religione? Infine, i fedeli cattolici cristiani,
rispettosi del prossimo loro (magari quelli
impegnati socialmente in missioni umanitarie),
avranno la consapevolezza del fatto che, mediante
il voto dato ad uno di quei partiti crociati,
contribuiscono ad imporre il loro pensiero con la
forza della legge, invece di proporlo con la forza
degli argomenti, e che così facendo non rispettano
il prossimo loro? Domande retoriche, chiaramente.
Se solo il mondo cattolico, tutto, fosse capace di
laicità al pari dei tdg! Un mondo migliore, in cui
il Pontefice si affaccia e dice: “gli altri
facciano come meglio credono, ma voi cattolici non
infrangete la tal regola cattolica, punto”, e in
quel mondo i cattolici non la infrangono, punto.
E’ quello il mondo che favorirebbe una buona legge
sui casi clinici irreversibili, una legge che sia
la più leggera possibile, che consideri le scelte
dell’interessato, compresa la scelta di
interrompere l’assistenza “artificiale” al
manifestarsi di una prefissata situazione clinica.
Là, i cittadini cattolici potrebbero dichiarare,
magari anche per iscritto, di non volersi avvalere
della suddetta opportunità, come indicato dal
Pontefice.
Saluti cordiali

Silvano Madasi

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