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L’estate e le calamità naturali

Canadair in val Vigezzo
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31 Luglio 2017

Tre disastrose calamità naturali, ma non proprio visto che per lo più sono causate dall’incuria dell’uomo, si sono abbattute recentemente, come ogni anno, su quasi tutto il territorio nazionale: gli incendi boschivi, la siccità e le alluvioni. I danni causati sono incalcolabili e conseguentemente i relativi costi per l’intera comunità. I nostri Governanti purtroppo sembrano rassegnati e non riescono o non vogliono capire che eventuali spese per prevenire queste calamità sarebbero molto inferiori a quelle per ripararli, inoltre non deturperebbero i territori ed anche aiuterebbero l’economia del Paese dando lavoro ad un gran numero di persone.

Possibile che tra l’esercito di politici che ci governano (perché si tratta di oltre 165.000 persone tra Parlamentari, Presidenti, Assessori e Consiglieri regionali, Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali e provinciali – oltre Ministri, Vice Ministri e Sottosegretari) nessuno abbia mai avanzato proposte ragionevoli per prevenire questi disastri? E nemmeno raccolto qualche suggerimento al riguardo che alcuni Cittadini comuni, come il sottoscritto, vanno ripetendo da anni ?

Per quanto riguarda gli incendi boschivi perché non vengono formate delle fasce sparti-fuoco, in modo che in caso d’incendio, per qualsiasi causa, esso rimarrebbe circoscritto ad un’area limitata e non si estenderebbe per centinaia o migliaia di ettari ? Ciò favorirebbe anche l’intervento dei Vigili del fuoco e dei soccorritori. Inoltre nel periodo cruciale dell’estate perché non disporre di “vedette”, anche ‘volontarie’, che a turno da un’altura, muniti di binocolo, possano controllare il territorio e vigilare su una determinata area ? In Sicilia, ad esempio, con i suoi 24.000 forestali, non dovrebbe passare inosservata nemmeno l’accensione di un fiammifero.

I danni causati dalla siccità e dalle alluvioni si potrebbero contenere mediante interventi preventivi interconnessi tra loro. Nelle zone montane e collinari occorrerebbe creare delle dighe, a prevenzione di alluvioni ma anche come riserve d’acqua per sopperire ai periodi di siccità. Ed in prossimità di fiumi e altri corsi d’acqua sarebbe utile creare dei bacini di raccolta di una certa ampiezza ove convogliare parte delle acque fluviali come riserva per i periodi di siccità.

Infine per prevenire la penuria di acqua potabile occorrerebbero alcuni interventi: 1) obbligare tutti i Comuni a limitare le perdite idriche controllando e riparando gli acquedotti e l’intera rete distributiva; 2) ridurre gli sprechi dei privati aumentando le tariffe a scaglioni progressivi oltre un ragionevole consumo pro-capite; 3) munire di rubinetti a erogazione limitata tutte le fontane pubbliche, specialmente a Roma e nelle località turistiche..

Ci sarà qualcuno disposto ad ascoltare questo appello ? Vedremo !

Martino Pirone

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