Lo sportello antistalking e le istituzioni
22 Marzo 2010
Improvvisamente, da un articolo di Varese News del 18/03,pubblicato poi , il 19/03, anche dalla Prealpina, veniamo a sapere dell’attivazione,ad opera della Provincia e del Comune , di uno sportello anti stalking , anche su sollecitazione dell’Associazione “Verticalmente Donna”, peraltro mai conosciuta prima d’ora.
Crediamo che nessuno, meglio dei Centri Antiviolenza e per l’ascolto delle donne maltrattate, conosca la gravità delle persecuzioni che vengono da sempre esercitate sulle donne dagli ex-partner; ne parliamo e le denunciamo da anni , ma sappiamo anche che questo tipo di violenza è un aspetto e, solo nella percentuale del 10% , dei molteplici maltrattamenti che vengono esercitati in ambito famigliare e che ne è anche una diretta conseguenza , allorché la donna si è ribellata e ha rivendicato il proprio diritto ad essere rispettata. Molto raramente la persecuzione è opera di estranei.
Lo stalking , può essere anche molto pericoloso,ma certamente non più di quanto lo siano le molte,complesse, crudeli e studiate violenze che le donne subiscono da chi con loro ancora convive. Soltanto chi conosce veramente ,per averle per anni seguite ed ascoltate, quali siano le sevizie delle violenza famigliare, sa anche quanto più distruttive siano queste e non solo sulla donna, ma anche sui figli.
Proprio per questa ragione i Centri antiviolenza hanno ritenuto da subito che non fosse corretto che le misure contro lo stalking, pur giuste, facessero parte del pacchetto “sicurezza” e non di una legge complessiva contro la violenza alle donne.
I Centri Antiviolenza sono da stati, per moltissimi anni, gli unici luoghi di aiuto alle donne che subiscono violenza , sono gestiti dal volontariato di donne che si sono formate con una lunga esperienza di colloqui sofferti , di aiuti trovati a fatica, in una generale indifferenza ed incredulità o meglio nel non volontà di ammettere una realtà di dolore che è scomodo far emergere.
E queste volontarie hanno formato a loro volta altre volontarie, hanno collaborato attivamente e continuamente con le Istituzioni, con i Servizi Sociali dei vari Comuni, hanno fatto corsi di formazione ai Servizi Sociali e alle forze dell’Ordine, per queste ultime hanno elaborato test, schemi e strategie per migliorare sia la denuncia del maltrattamento famigliare che dello stalking, come i progetti S.A.R.A. e S.I.L.V.I.A.
EOS, come gli altri centri, nei suoi 13 anni di attività, ha organizzato due corsi per i Servizi Sociali dei comuni della provincia, un corso per le Forze dell’Ordine e due progetti per le scuole , contemporaneamente a conferenze e dibattiti per una cultura del rispetto e del contrasto alla violenza. Senza aiuti, perché le donne maltrattate sono ogni tanto difese con belle parole, ma in verità sono viste con incredulità e malessere. E i Centri Antiviolenza vivono in difficoltà economiche legate al carico dei costi vivi delle sedi:affitto ,telefono, riscaldamento…..
Esistono già anche Istituzioni specializzate in questo campo come i Consultori , ma si è pensato bene di via via impoverirli di risorse e personale.
Perché mai ora si scopre all’improvviso la necessità di dimostrare “ che le Istituzioni ci sono”?
creando uno sportello con le stesse funzioni dei Consultori , dei Servizi Sociali e dei Centri antiviolenza che già tra loro collaborano positivamente?
E perché non si sono interpellate per questo impegno culturale quelle Associazioni che in questo campo operano, sempre volontariamente, da tempo?
Non parliamo solo di EOS , ma della Commissione Comunale contro la Violenza, dell’Albero di Antonia, del Centro donna, della Città delle Donne di Malnate, delle Soroptimist, della Caritas, della S. Vincenzo….?
Noi abbiamo una risposta ;vogliamo le vostre
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