Referendum, la vittoria del “no” segno di maturità sociale
3 Luglio 2006
Caro direttore,
lo straripante successo del NO nel referendum confermativo del 25/26 giugno, se da un lato fa giustizia del progetto eversivo di controriforma costituzionale avanzato dalle destre, dall’altro premia lo strenuo impegno messo in campo dai Comitati “Salviamo la Costituzione”, animati dall’encomiabile On.Luigi Scalfaro, dalle organizzazioni sindacali e dall’associazionismo diffuso sul territorio.
Un impegno reso altresì difficile dalla complessità della materia in oggetto, da un certo clima di latitanza e di disimpegno da parte dei partiti (se si esclude la Lega Nord per ovvi motivi), tant’è che non v’è stata quella chiamata alla mobilitazione elettorale che ha caratterizzato altri appuntamenti non solo recenti.
Per questi motivi, in tal contesto è risultata sorprendente l’affluenza del 53,6 % degli elettori, segno di una certa maturità sociale, se è vero che in altre occasioni referendarie l’elettorato non ha esitato a propendere per soluzioni di tipo astensionista.
Non è allora ozioso interrogarsi sulle ragioni per cui Berlusconi non ha sollecitato l’elettorato a mobilitarsi con furore, valutato che per il suo politologo di fiducia, G.Baget Bozzo, “i mali dell’Italia derivano dalla Costituzione cattiva del ’48”.
Negli appuntamenti elettorali che decidono le sorti di chi governa il paese per i cinque anni seguenti, Berlusconi può mettere in campo tutte le armi del populismo mediatico, trasformando la contesa in un referendum pro e contro la sua stessa persona, nonché calamitando l’attenzione anche dell’elettorato più passivo.
Diversamente, qualsiasi referendum ha al centro un tema che non coincide con la sua presenza e visibilità mediatica: nel caso del 25/26 giugno, pur trattandosi del destino della nostra costituzione, il referendum confermativo scontava il dazio dovuto alla Lega Nord per il suo servaggio più che quinquennale, con una differenziazione di toni tra gli stessi leader del centro-destra da sparigliare le carte anche per un giocatore abile come Berlusconi.
Che Casini si rivolga con stile ed autorevolezza alla nazione ha un certo peso istituzionale e mediatico, che vi si rivolga Calderoli è un biglietto da visita che ritorna immediatamente al mittente e non paga oltre la fascia dell’area pedemontana, al punto che G.Sartori sulle colonne del Corriere della Sera, con buone ragioni, gli ha consigliato di ritornare ad esercitare la professione di odontotecnico e di non impicciarsi malevolmente del dettato costituzionale.
Pertanto Berlusconi, preoccupato per la partecipazione elettorale, ha optato per una campagna mediatica soft, ma maliziosa attorno alla riduzione dei parlamentari, guardandosi bene dall’alzare i toni dello scontro, con tutta probabilità per non accentuare le conseguenze della prevedibile sconfitta a livello istituzionale e d’immagine.
Una sconfitta che segna un punto di non ritorno nel dibattito sulle riforme istituzionali del nostro paese e suona come un severo monito per i presunti innovatori dialoganti del centro-sinistra, non paghi di un risultato incassato giocando al solito di rimessa.
Infine, che per minimizzare la sconfitta la Lega Nord si culli con la vittoria del Sì nelle cosidette due regioni avanzate del nord, è un ritornello che funziona solo per chi misura il progresso con parametri economicistici e sulla base di un gretto egoismo proprietario .
Ben altre sono le regioni “avanzate”, ove la divaricazione tra qualità dello sviluppo e qualità della vita non ha raggiunto i dislivelli e i punti di non ritorno che si manifestano in Lombardia, per via della presenza di una cultura della programmazione non offuscata o cancellata dal primato di un effimero benessere apparente.
Regioni di cui fruiamo amabilmente i luoghi e gli spazi, non appena ci è dato di disporre di qualche momento di pace e tranquillità.
Ma per spostare la discussione in questa direzione, servirebbe una sinistra non subalterna o irretita dalle ragioni poco nobili dell’avversario, di cui però non vi è traccia per il momento all’orizzonte, impegnata com’è nel convenire sulla bontà del tracciato della Pedemontana, al fine di lenire i disagi provocati dalla congestione del traffico.
Ringraziandola per l’attenzione, cordiali saluti.



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