Varese: a un mese dalle elezioni amministrative
18 Aprile 2006
Lo strascico polemico e i risultati locali delle recentissime elezioni politiche pongono alcuni interrogativi anche sulle elezioni del prossimo 28 maggio.
Dalla dimensione nazionale e dal successo di misura del centro-sinistra si deve rientrare alla dimensione locale, al nostro piccolo mondo, nel quale un possibile e necessario progetto di promozione e solidarietà deve ancora essere comunicato ai nostri concittadini con la necessaria efficacia e urgenza perché sia da loro valutato.
È necessario innanzitutto constatare il ritardo con cui ci muoviamo.
Le più volte invocate elezioni primarie, le iniziative di approfondimento e di comprensione dei problemi che attanagliano la nostra città, la richiesta di partecipazione civile per la loro soluzione sono state finora rinviate. Per questa ragione anche il centro-sinistra si trova in difficoltà con una impegnativa prospettiva di recupero del consenso dei cittadini.
Ancora un mese fa nel mio articolo dal titolo “Varese, quale Sindaco e per quale progetto” sollecitavo la definizione di un metodo per l’approfondimento programmatico dei problemi della nostra città e per il confronto fra candidati disponibili.
Ma in quel momento non veniva considerata l’opportunità, che pur poteva avere una valenza politica più generale, di mobilitare presenze e attenzione sul territorio. Abbiamo così lasciato che dominassero i media e che gli automatismi elettorali svolgessero il loro ruolo senza l’auspicata partecipazione.
Siamo quindi ancora di fronte –a poco più di un mese dal voto amministrativo- ai problemi gravissimi e alle speranze negate che soffre la città dei ‘duecentomila’ nella quale il ruolo del Comune di Varese è decisivo. Non si tratta solo di mettersi ad un tavolo per scrivere un programma dignitoso che raccolga le idee sparse scaturite dai dibattiti fra addetti avvenuti negli ultimi mesi: si tratta di delineare le strategie entro le quali iscrivere quelle idee, la qualità del destino che vogliamo proporre a questa città.
Si tratta di capire quali interpreti per convinzione, competenza, energie, conoscenza del territorio e della sua gente devono essere scelti.
Ritengo strategiche le indicazioni che ho già esposto nel mio articolo e che qui riassumo:
– necessità di una rete diffusa di luoghi di promozione e animazione sociale e culturale, di relazione e partecipazione al progetto comune; dove sia valorizzata anche l’esperienza degli anziani, la presenza degli immigrati; dove i giovani possano proporre e consolidare la propria disponibilità all’impegno civile e ci trasmettano le loro speranze; dove sia promosso il sostegno sociale alle persone e famiglie in difficoltà e l’attenzione all’esigenza di case economiche
– riorganizzazione a ‘misura umana’ della città con la drastica attenuazione del condizionamento veicolare, una rinnovata rete dei servizi pubblici di trasporto con la localizzazione di nuove stazioni ferroviarie ai margini del nucleo urbano principale in accordo con le società ferroviarie e la previsione della bretella Stabio-Arcisate; la realizzazione diffusa e coordinata di percorsi pedonali e ciclabili protetti associati al verde pubblico
– realizzazione prioritaria di limitati percorsi stradali tangenziali a completamento della rete esistente che presenta ancora vistose carenze; in attesa del completamento a regime da parte degli enti preposti, sui quali occorre accentuare la nostra risoluta pressione, del sistema tangenziale
– rinnovata attenzione per la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente e dei monumenti e dei nuclei edificati della nostra storia
– realizzazione di strutture adeguate congressuali per la più impegnativa offerta culturale che ci mantenga in contatto adeguato con le vicende e le speranze del mondo
– nuove prospettive di sviluppo turistico e alberghiero recuperando l’offerta tradizionale delle bellezze della nostra terra e puntando ai vantaggi occupazionali ed economici che ne deriverebbero
– valorizzazione della presenza universitaria e suo maggiore inserimento nella vita della città; promozione di strutture residenziali per gli studenti, i ricercatori, i docenti
A fronte di questi problemi che ritengo ineludibili, nelle sedi dei partiti si segnalano le prime ipotesi di candidature. Occorrono candidature forti, consapevoli, competenti.
Per la stesura del mio libro ‘Ascesa e caduta di una città giardino’ ho scandagliato fatti e documenti degli ultimi cento cinquant’anni di storia varesina. Vi ho trovato figure di varesini a cui va la nostra riconoscenza imperitura per le scelte che hanno fatto, per l’impegno e le decisioni che hanno assunto a favore della comunità, che ancora oggi in buona misura ci arricchiscono.
Ne ho trovato invece altre che hanno preferito cogliere le opportunità per supposti vantaggi a breve o per il vantaggio della propria parte o del potente di turno. La nostra memoria non può essere loro riconoscente.
Noi viviamo nella memoria della città oltre la nostra vita.
Questa città, quasi persona viva, chiede a chi vuole ascoltarla scelte di coraggio.
Desidero, molti di noi desiderano, essere ricordati come cittadini che l’hanno amata.
I partiti facciano le loro scelte, anche se non esclusive, e magari le motivino.



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