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«Fumagalli al Ministero, un insulto alla scuola e schiaffo a Varese»

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1 Aprile 2006

Se è vera, ma è senz’ altro vera, la nomina di Fumagalli alla direzione generale del Miur è l’ennesima pessima storia dell’ italietta berlusconiana in salsa leghista, l’ ennesimo esempio di quanto la ex-Roma ladrona stuzzichi la rapacità dei padani, l’ ennesima provocazione per quella parte d’ Italia e di Varese che hanno un’ idea non degradata delle istituzioni e della cosa pubblica.
Difficile dire chi sia la figura più triste in questa vicenda: se la ministra manager incorruttibile che ha distrutto la scuola pubblica in nome del mercato (e rinvigorito oltre misura quella privata e cattolica in nome dei voti) e che ora vorrebbe mettere le sue mani distruttive anche su Milano, o l’ ex sindaco di Varese costretto alle dimissioni da vicende giudiziarie e che contava tra le sue abituali frequentazioni personaggi con un passato e un presente “border line” sul fronte della legalità.
Questo ex sindaco è stato, per usare un eufemismo, tra i più inutili della già non esaltante storia municipale varesina. Le sue dimissioni, assolutamente doverose, non hanno lasciato rimpianto alcuno, nemmeno tra gli amici. Ciò di cui è accusato, “favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina” la dice lunghissima sul rigore morale con cui i leghisti mettono in pratica il loro stesso “codice etico”. Che un pessimo amministratore come il Fumagalli, per di più inquisito, possa ricoprire un ruolo importante e delicato sul fronte educativo è sconcertante e rivoltante. Ma a donna Letizia, evidentemente interessa solo che questo regaluccio alla Lega garantisca il fedele sostegno della Lega stessa alla sua candidatura a sindaco di Milano.
La scuola italiana, che con la Moratti ne ha già viste di tutti i colori, non può sopportare anche questo. Varese non può sopportare di essere associata ancora una volta a squallide pratiche “mercantili” di sottogoverno. Ora basta!

Varesegirotondi

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