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Cronaca di una giornata di blocco. Inutile

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7 Gennaio 2006

Non condivido affatto questa giornata di blocco del traffico del 7 gennaio 2006. Non ne capisco il motivo, posta a cavallo tra la Befana e una domenica di saldi. Inoltre, la scelta di Busto Arsizio di attuare un blocco dalle 10 alle 17 sembra essere un tentativo di mediare ad una situazione imbarazzante.

Dunque, alle ore 10.45, con questi pensieri esco di casa con la mia bicicletta (da buon seguace di Prodi…) e da via Rossini parto con destinazione Stazione Nord. Subito mi colpisce il fatto che molte auto transitano come se nulla fosse. Giunto in via Donizetti, all’altezza della scuola materna, un primo quadro: davanti a me due persone camminano al centro della strada, occupando l’intera sede stradale, in quel punto particolarmente stretta. Io con la bicicletta passo, ma non l’auto che mi segue; quando questa accenna ad un colpo di clacson, viene convintamente mandata a quel paese dalle due persone, che evidentemente manifestavano così il loro disappunto per l’uso altrui dell’auto.
Poche pedalate e mi trovo in via Dante, dove al sopraggiungere di una pattuglia della Polizia Locale, una Panda con ancora targa “VA” (non credo quindi Euro4)parcheggia tatticamente, ignorata dalla pattuglia. Pochi
secondi e la Panda riprende il suo viaggio. Alla stazione Nord, un’altra scena emblematica: una Tipo anch’essa d’epoca lasciata con il motore acceso mentre il proprietario ciarla con un netturbino. Il tempo di fare
l’abbonamento e l’auto è ancora lì, segno che la conversazione doveva essere particolarmente interessante, ma intanto il motore gira.
Ore 11.10 e vado verso le Poste di piazzale Facchinetti. Lì trovo una pattuglia dei Carabinieri, intervenuta per un controllo, e chiedo chi possa viaggiare col blocco: mi rispondono solo le auto Euro4 a benzina e quelle diesel con un particolare filtro, oltre ovviamente a chi ha il permesso. Mi concentro allora sulle targhe, e faccio un rapido calcolo: le Euro4 dovrebbero essere solo quelle con targa nuova che inizia con la lettera “C”.
Le prime 9 macchine che incontro non hanno la lettera “C”. Per tornare a casa passo da viale Rimembranze. Trovo un amico che mi chiede come mai non vi sia il blocco su via Lonate.
Bella domanda. “Oggi non controlla nessuno”, e proprio in quel momento sfreccia un’auto ad una velocità impressionante, che andrebbe multata per eccesso di velocità a prescindere dal blocco. Mi rendo allora conto che effettivamente tutte le auto viaggiano veloci, forse spinte dal fatto di trovare le strade particolarmente libere e per il timore di essere fermati.
Alla rotonda davanti al Cimitero alle ore 11.30 cronometro: 31 passaggi in 60 secondi. Complimenti!
Riprendo per viale Trentino e salgo sulla pista ciclabile: mi sembra di essere alla Parigi-Dakar. In prossimità dei grossi alberi, le radici hanno causato fenditure e rigonfiamenti del piano viabile, per cui in bicicletta
sembra proprio di essere su di un percorso ciottoloso. In prossimità degli attraversamenti vi sono salti di quattro-cinque centimetri. Sono decine gli interventi di manutenzione che segnano il manto una volta rosso cupo della pista, ora tendente ad un grigio-bruno. Pensare che ha solo cinque anni di vita! Trovo perfino auto parcheggiate sulla pista ciclabile. Giunto all’incrocio di via Rossini proseguo, perché sono curioso di vedere l’altra
pista ciclabile di viale Stelvio. Arrivando, noto subito una cosa: tutte le biciclette (e ne ho viste molte) sono sulla strada, solo un paio sulla pista.
Rientro a casa. La giornata era fredda ma non gelida, il sole scaldava i miei pensieri, ma ancora adesso mi chiedo quale sia il senso pratico di una giornata di questo tipo. La maggior parte dei cittadini vede in questo un’imposizione sgradita, ma che comunque il loro alto senso civico ancora impone di rispettare. Bravi. Purtroppo vi è anche chi se ne frega di queste regole e ne fa di sue, arrivando a determinare un proprio senso del giusto.
Senza sanzioni e senza controlli, questi signori avranno sempre la possibilità di fare ciò che vogliono. Facendo arrabbiare tanti altri cittadini come quelli di via Donizetti.

Alessandro Berteotti

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