L’estremismo puritano degli ultraconservatori americani

19 Settembre 2025
Egregio Direttore,
a seguito dell’uccisione del giovane attivista della destra ultrareazionaria americana, ucciso, come spesso avviene negli Stati Uniti, anche come conseguenza della libera vendita delle armi da fuoco, gli estremisti e gli esponenti ultrareazionari, che hanno molti simpatizzanti in Europa e in Italia, hanno affermato, contro i principi dello Stato laico, liberale e democratico, già chiari al Conte di Cavour nel XIX secolo, che lo Stato e la società devono essere governati secondo i valori ultraconservatori cristiani. Tuttavia i “valori” che gli estremisti ultraconservatori vogliono imporre a tutti rappresentano un “cristianesimo” puritano ipocritamente ultraliberista, ultrasovranista, razzista, intollerante nei confronti degli “altri” e dei “diversi” e solo per i bianchi ricchi, forti e ariani. Ben diversi però sono gli autentici insegnamenti cristiani di carità, di giustizia, di povertà, di semplicità e di solidarietà in difesa dei poveri e dei deboli espressi da Gesù nei Vangeli e da Paolo di Tarso, i quali hanno chiaramente condannato ogni odio e intolleranza verso gli “altri” nonché la vuota ricchezza materiale, esprimendo un profondo senso umano di giustizia sociale. Ben diverse erano le sagge parole di fratellanza e di carità universale, di tolleranza e di solidarietà umana contro ogni forma di fanatismo e di odio politico, razziale e religioso espresse da Papa Francesco al fine di “cessare di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, alla violenza, all’estremismo e al fanatismo e di smettere di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di terrorismo o di oppressione”, “Dio ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro”. A differenza degli estremisti ultraconservatori “noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali” (Martin Luther King), infatti “non c’è più giudeo né greco, non c’è più schiavo né libero, non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo” (Paolo di Tarso, lettera ai Galati).
Il Card. Gianfranco Ravasi, tra le persone più colte al mondo, ha affermato: “E’ da evitare la contaminazione della religione con interessi politici, economici, di parte. Non umiliamo la religione piegandola a nostro vantaggio, lasciamo che conservi la sua forza di amore universale. Non strattoniamo Dio a nostro comodo”, “purtroppo oggi è spesso facile scadere nel fondamentalismo. Si parte con la convinzione di combattere il relativismo ma poi si scivola verso l’ostinazione e il disprezzo degli altri. Avere idee così bloccate è un’anticipazione del rigor mortis mentale e spirituale”, “la fede autentica non è abdicazione della ragione e cecità ma un itinerario che comprende la ricerca e coinvolge l’intelligenza per una conoscenza non irrazionale ma superiore”. “La religione, lungi dall’essere per i fanatici un cibo salutare, si trasforma in veleno” (Voltaire).
Mentre il mondo sta andando sempre più a pezzi per l’arida indifferenza delle persone nei confronti degli “altri” esseri umani bisognosi di aiuto nonché del Bene comune di tutti, in una società sempre più vuota di profondi valori civili e sociali e interessata soltanto a conseguire il profitto economico a qualsiasi costo umano e sociale, in questi tempi drammatici, in cui è venuta meno la Luce del Pensiero e della Ragione, la Cultura e la Conoscenza possono aiutare gli esseri umani a liberarsi dall’ignoranza e da ogni fanatismo, dall’odio, dall’intolleranza e dall’indifferenza, unendo i popoli e gli uomini superando le loro divisioni e le loro diversità politiche, etniche, culturali e religiose attraverso la forza della Civiltà, infatti “la cultura permette di distinguere tra bene e male e di giudicare chi ci governa. La cultura ci salva dal buio” (Claudio Abbado). Tuttavia “è il segno dei tempi quando dei pazzi guidano i ciechi” (William Shakespeare).
Colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti.
Alberto Morandi
Laveno Mombello
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