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In ricordo di Maria Angela Bianchi

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6 Marzo 2016

Cara Mariangela,
Scusami se mi rivolgo a te in maniera confidenziale, del tutto inusuale rispetto ai nostri rapporti. Va detto che la tua morte ci ha colto tutti, anche in chi scrive, impreparati. Certo, sapevano della tua malattia, ma con la tua volontà e voglia di vivere, ci eravamo illusi o speravamo che potevi vincere anche questa battaglia. Ma così non è stato e oggi questa comunità tutta piange la tua scomparsa. Anche il tempo quasi sempre al bello in questa strana stagione invernale, oggi voluto accompagnarti in questo pianto.
I nostri rapporti anche personali non sono sempre stati idilliaci venendo da diverse esperienze politiche: Insieme a momenti di reciproca stima non sono mancati momenti di incomprensione.

Scrivo queste poche righe dissociandomi un po’ dalle parole che ho letto e sentito in questi giorni. Non mi piace questa abitudine di santificare post-mortem tutte le persone: troppo retorica e banalità. Di te mi piace ricordare come una persona normale, in cui la vita ti ha fatto incontrare diverse opportunità e in queste occasioni ci messo tanta passione. E così come sindaco di Induno Olona hai dato tutta te stessa, disponibilità, impegno, abnegazione, hai usato questo ruolo per concretizzare il comandamento divino “Ama il prossimo tuo come te stesso”. In questa concezione della normalità, hai interpretato la politica come spirito di servizio, hai fatto il tuo dovere con molta serietà, in un Paese, il nostro, dove fare il proprio dovere senza altre ambizioni personali, è quasi sinonimo di eroicità. E così, consapevolmente o inconsapevolmente, hai dato lustro alla politica, una attività tanto volte bistrattata, lavorando per il bene della nostra comunità con semplicità e umiltà.

Pochi mesi fa, l’ultima volta che si siamo incontrati è stato a casa di tua mamma Giuliana per intervistarla, per fare memoria di un periodo storico in cui fra qualche anno non avremo più testimoni. Forse abbiamo commesso un errore, forse eri tu da intervistare, per dare ai posteri la tua testimonianza. Peccato.
Ma il tocco finale della tua testimonianza, sono le parole di saluto che hai voluto scrivere di commiato dalla tua comunità, a dimostrazione di una fede incrollabile e di una serenità d’animo veramente invidiabile, per poter essere accolta dal Padre Celeste, in quel Dio della misericordia, che alla fine della vita ci accoglierà tutti, sia che abbiamo fatto del bene e sia se non abbiamo fatto del bene. Perché essendoci Padre si è condannato da solo a volerci sempre bene, tutti indistintamente, buoni e cattivi che siamo stati.
Alla tua famiglia, a tuo marito, alle tue figlie e nipoti, ma soprattutto a tua mamma Giuliana, possano giungere questi semplici parole di stima e di solidarietà.

Emilio Vanoni

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