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“L’educazione è cosa di cuore”

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\"L\'educazione è cosa di cuore\"
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30 Luglio 2019

E’ forse una delle frasi più conosciute di San Giovanni Bosco, almeno in ambito educativo. Per l’educazione dei giovani infatti Don Bosco ha dato una vita intera e non solo. Perchè ideando e mettendo in pratica un sistema preventivo efficace per la crescita sana dei ragazzi resta di fatto uno dei più grandi “influencer” in campo pedagogico. Dopo oltre 200 anni la “famiglia salesiana” cresce nel mondo con le sue missioni per i ragazzi specialmente emarginati, la sua accoglienza, la capacità di ascolto, le sue scuole eccellenti che con passione continuano ad educare le nuove generazioni. Pensate che nell’aprile di quest’anno 8 ragazzi di quarta superiore dell’Istituto superiore del Don Bosco di Verona hanno trionfato ai mondiali di robotica a Houston. Per la prima volta una squadra italiana! E’ successo nella 20a edizione del FIRST* LEGO League World Championship (*FIRST = For Inspiration and Recognition of Science and Technology) che ha visto confrontarsi 108 team da tutto il mondo, selezionati nelle fasi nazionali tra le oltre 40.000 squadre candidate (177 in Italia). Ancora tante altre le eccellenze che si potrebbero raccontare.
Ciò che mi rattrista, ed è di fatto la scintilla che innesca la mia lettera, è la notizia diffusa nei primi mesi di luglio che milleseicento – dico 1.600! – giovani sono in cura per droga e alcol negli ambulatori dei Servizi Territoriali per le Dipendenze a Varese, Arcisate, Cittiglio e Tradate, dei quali molti sono adolescenti. Il dato, relativo ai primi sei mesi dell’anno 2019, mi suscita domande e preoccupazioni. Quanti ragazzi sono nelle stesse condizioni e non sono in cura? Quanti sono “abbandonati” perché vivono il loro disagio in solitudine, senza alcun adulto che li sappia ascoltare nel profondo? Nelle loro ricerche di senso della vita, nella loro noia che soffoca le passioni positive non lasciandole emergere, nella loro mancanza di impegno perché lasciati soli senza punti di riferimento autorevoli. Lasciati soli. Ad imparare del mondo e della vita dagli smartphone senza restrizioni.

Sento dal profondo del cuore l’urgenza del recupero di una capacità educativa a misura d’uomo. Don Bosco ripeteva: “In ognuno di questi ragazzi, anche il più disgraziato, v’è un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare.” Ecco, ci sono ancora a Varese ambienti che sanno educare e portare alla luce la ricchezza e il talento dei ragazzi. L’Istituto Maria Ausiliatrice presente da oltre 55 anni in piazza Libertà a Varese, è, tra gli altri, uno di questi. La Scuola, dalla sezione primavera ai licei, con un occhio di riguardo anche alla formazione professionale, è a tutt’oggi gestita dalle Suore Salesiane – le Figlie di Maria Ausiliatrice – eredi di due grandi cuori: un uomo, Don Bosco, amico dei giovani e una donna, Maria Domenica Mazzarello, anche lei appassionata di Dio e della missione educativa.

Sarò di parte, ma pensate che le ex allieve delle varie scuole gestite dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, nella provincia di Varese, sono organizzate in associazione attiva anche sul territorio cittadino, perché i valori vissuti in età giovanile hanno davvero formato il nostro cuore, la nostra mente e la capacità di trasmetterne la bellezza e la gioia alle generazioni successive.

L’educazione è cosa di cuore. E il cuore ha bisogno di ragione e di azione per essere ancora capace di generare futuro.

Giulia Martinelli
Presidente della Federazione Exallieve
Figlie di Maria Ausiliatrice di Varese

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