Accertare la verginità è lecito?
18 Dicembre 2011
Gentile redazione,
La vicenda torinese che ha portato all’assalto medievale a un campo nomadi ha fatto riscoprire un pezzo d’Italia che credevamo non esistesse più: una ragazza di 16 anni (quindi minorenne) che si è inventata una violenza carnale per giustificare di fronte ai genitori un rapporto (del tutto consensuale) con il suo fidanzato. La minore infatti veniva sottoposta ogni mese a un ‘accertamento di verginità’, per decisione dei suoi genitori. Insomma, non voleva che papà e mamma scoprissero che aveva avuto una relazione sessuale completa.
Siamo a Torino, appunto: una grande città del nord Italia, non un paesello di campagna del Mezzogiorno. E siamo nel 2011. Eppure, anche in un contesto così, ci sono dei genitori che obbligano la figlia a un controllo dell’imene. E ci sono medici che accettano di svolgere questo controllo.
Ma è accettabile che un genitore imponga una pratica di questo tipo? Rientra nei diritti educativi di un padre e di una madre accertare che la figlia non sia mai stata deflorata? E’ giusto o meno che lo Stato possa intervenire per impedire questo tipo di pratiche sulle minori, impedendo ai medici di svolgerle? Oppure è giusto che in uno stato liberale i genitori che seguono una determinata fede possano imporre questi accertamenti alle figlie?
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