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Alle primarie senza indugi

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31 Gennaio 2006

Egr. Direttore,
mi aspettavo che finalmente, in seguito alle dimissioni del Sindaco di Varese Fumagalli, si sarebbe aperto a Varese un dibattito su quanto prodotto da 13 anni di giunte guidate dalla Lega, ed invece si è lasciato che nell’opinione pubblica si formasse l’idea che la vicenda riguardi unicamente i comportamenti di un singolo.
Questo nonostante sia ormai chiaro che la Lega, anziché rappresentare il rinnovamento della politica italiana, si è perfettamente integrata nel sistema che aveva così violentemente attaccato, a livello nazionale come a livello locale. Le dimissioni di Fumagalli, la vicenda della banca Credieuronord, la copertura politica offerta a Fiorani e la difesa ad oltranza di Fazio, l’approvazione di tutte le leggi ad personam di Berlusconi, l’occupazione sistematica di posti nei consigli di amministrazione e negli organici delle società a capitale pubblico, sono tutte conferme di quali siano stati gli effettivi comportamenti degli uomini di Bossi.
E nonostante, inoltre, la crisi politica che ha spaccato la maggioranza sia in realtà, lo dimostra la vicenda del progetto per il nuovo stadio, uno scontro di potere e di interessi economici che ha paralizzato l’attività del Consiglio comunale.
L’inconcludenza della destra nell’amministrare la città è ancora più evidente se si osserva il lavoro che sta realizzando il commissario prefettizio: non passa giorno senza che la stampa dia notizia di provvedimenti che dimostrano cosa significhi amministrare una città.
C’era da aspettarsi anche che l’opposizione di centrosinistra avrebbe messo in campo le forze migliori per vincere una sfida che ha una valenza anche nazionale, ma che soprattutto vede in gioco il futuro di una città che ha più che mai bisogno di arrestare un declino in atto da troppo tempo.
Sono un elettore del centrosinistra, in parte anche attivo ed impegnato politicamente, ed ho vissuto l’esperienza delle primarie nazionali con la speranza che finalmente la domanda di partecipazione dei cittadini nelle scelte della politica potesse avere qualche risposta.
Sono invece costretto mio malgrado ad assistere alle innumerevoli quanto inconcludenti assemblee programmatiche promosse dai partiti dell’Unione, mentre la definizione del candidato alla poltrona di Sindaco continua ad essere rimandata nel tempo, con la sensazione che Varese sia considerata una scelta di ripiego e che di conseguenza sia meglio concentrare altrove le proprie energie (per esempio a Roma).
Voglio quindi rivolgere un appello ai partiti, perché definiscano senza ulteriori indugi la data e le regole per lo svolgimento delle elezioni primarie, dando così modo a tutte le forze del centrosinistra (non solo i partiti) di mobilitarsi e proporre eventualmente un loro candidato, e soprattutto garantendo la partecipazione dei cittadini alla scelta del candidato.
Perché Varese deve essere sempre considerata, da parte dei partiti del centrosinistra, un feudo della destra e quindi una partita persa?
È evidente la difficoltà della sfida, ma nel contempo non si deve trascurare lo scontento dei varesini, ed è dunque importante che siano messe in campo tutte le energie e le risorse migliori per vincere le elezioni.
Cordialmente

Natalino Bianchi

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