Attendere il piacere
1 Novembre 2020
“Non è forse vero che l’attesa del piacere è essa stessa il piacere?” Così si conclude lo spot pubblicitario del Campari Soda del 2014. Inizialmente potrebbe sembrare una banale pubblicità, eppure nasconde un significato molto profondo. Non siamo più abituati ad attendere, anzi potremmo dire che non ne siamo più capaci. Come sottolinea il filosofo Paul Virilio, ciò che caratterizza la contemporaneità è l’aumento smisurato della velocità, della comunicazione. Con la tecnologia attuale siamo eternamente collegati con tutto il mondo come se non ci fosse più una divisione spazio – temporale nel globo. L’espressione “villaggio globale” di Mcluhan figura egregiamente la situazione contemporanea, nonostante egli morì nel 1980. Ci sono tre aspetti importanti che ci hanno portati alla situazione attuale.
Il primo punto riguarda la luce. Candele, lanterne a gas e poi elettriche. Queste evoluzione tecniche hanno permesso all’uomo di allungare le giornate e dunque di modificare i ritmi naturali della quotidianità, nonché di evitare l’attesa dell’alba successiva per continuare i propri impegni lavorativi e non. Il risultato è che la scansione della giornate, compresi i rituali che le suddividono son morti. Giorno e notte si confondono in una frenetica corsa verso l’indeterminato.
Il secondo aspetto è relativo all’informatica, inteso come tutto ciò che è mezzo di informazione. Dal camminare al guidare l’auto, dalle lettere ai messaggi di WhatsApp. È evidente e chiaro il continuo aumento della velocità e la diminuzione di attesa, di una risposta presente nello sviluppo informatico. Il culmine è avvenuto con lo smartphone assieme al world wide web, che hanno realizzato una vera e propria rete che collega tutti gli individui in una relazione immediata. Sostanzialmente hanno permesso di accorciare, o meglio, di eliminare le distanze e dunque i tempi di attesa.
Il terzo e ultimo aspetto concerne il mercato capitalista. Per esemplificare al meglio il focus del discorso è necessario fare un richiamo a due pensatori come Schopenhauer e Leopardi. “La vita è come un pendolo che oscilla incessantemente dal dolore alla noia, passando attraverso l’intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia.” Già confrontando questa citazione di Schopenhauer con lo spot del Campari Soda, ci è chiaro che la risposta alla domanda della pubblicità sia: “sì”. Ma procediamo con calma. Leopardi esprime, forse anche meglio, il ruolo e l’importanza dell’attesa nella poesia “Il sabato del villaggio”. Banalmente, quello che Leopardi ci vuole comunicare è che l’attesa del piacere, il sabato, è decisamente più soddisfacente del piacere stesso, la domenica. Ciò che rende il villaggio gioioso durante il sabato è l’attesa della domenica. Ma come ci mostra il poeta, l’avvento del giorno di riposo si manifesta come vuoto. Ciò che emerge è che il piacere non lo possiamo possedere. O meglio, che il possesso è un piacere illusorio. Su questo meccanismo si fonda il mercato capitalista: una costante sollecitazione alla ricerca del piacere fantasma. Comprare significa imporre sotto il proprio potere un qualcosa, ovvero reclamarne la potestà. Ma nel momento in cui acquistiamo qualcosa si spezza l’illusione del possesso, ovvero che hai il diritto su quella cosa, ma non ne hai un controllo o potere assoluto. Così, entriamo in una corsa senza fine, cercando un fantasma.
Aspettare è necessario per prendere in mano la nostra vita, poiché senza attesa non c’è possibilità di capire e di programmare il nostro futuro. Attendere significa “aspirare”, “tendere” verso qualcosa. Anche senza fermarci del tutto, anche solo rallentando la nostra vita possiamo riscoprire il contenuto e il significato di essa. All’interno di un viaggio non conta solo la meta anzi, se mi è concesso, direi che la meta è ciò che conta meno di tutto. Guardando solo la meta però si perde di vista il contenuto del viaggio che è ciò che dà significato e pienezza alle nostre vite. Come disse Tim Ingold, antropologo, l’identità di un individuo è la propria storia.
In conclusione la domanda che ci pone lo spot del Campari Soda del 2014 vuole essere un richiamo a tornare ad attendere. Imparare ad aspettare è importante, non solo per riscoprire il vero piacere e per capire cosa è che ci piaccia davvero, ma soprattutto per ridare un significato alle nostre vite.
Gabriele Daolio Crestani
Viggiù



Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.