Boffalora: si scoprano i responsabili
20 Febbraio 2006
Egregio Direttore,
vivo e lavoro da un paio d’anni a Madrid, ma ho continuato a mantenere contatti piuttosto frequenti con la nostra Provincia dove sono cresciuto e alla quale sono affezionato.
In concomitanza con l’inizio dei Giochi Olimpici invernali ho chiesto informazioni ad amici e parenti sul raccordo di Boffalora: ero ingenuamente convinto che per un evento di tale risonanza internazionale si sarebbe fatto di tutto per concludere l’opera. Per dare un miglior servizio alle migliaia di atleti ovviamente, ma soprattutto perché i giornalisti d’ogni parte del mondo in transito da Malpensa, potessero avere un’immagine di efficienza dell’Italia e delle nostre terre.
Credevo sinceramente in uno scherzo quando da piú parti mi veniva detto che niente, quei pochi chilometri continuavano a mancare e che forse – si ironizzava – per le prossime Olimpiadi o per il prossimo Giubileo…
Mi creda, non sono incline alla classica autocommiserazione italiana. Tanto meno trovandomi in un paese che al momento é in una seria crisi di coscienza culturale e sociale.
Tuttavia non capisco come, a fronte di un progetto dettato dal buon senso e condiviso da corpi sociali e politici di differenti tendenze (Regione, Provincia, Comuni, Associazioni di Categoria…) ci sia qualcuno che in un polveroso ufficio di un comune o di un ente ex (?) parastatale possa permettersi di impuntarsi e arrecare danno a un’intera comunitá. E il fatto che non sia immediatamente visibile, non rende per nulla il danno inferiore.
Credo sia ora di indicare chiaramente i responsabili di tali danni e di dichiararne la colpa. E magari punirli con una pena rieducativa come la permanenza fuori dall’Italia per comprendere come si sviluppa e valorizza il proprio patrimonio, la propria economia e la propria comunitá.
Chi per convenienze politiche di corto respiro – semmai ce ne fossero – si sta muovendo in maniera simile (penso al caso della TAV), valuti bene ció che sta facendo, la responsabilitá storica che si sta assumendo e i danni che sta arrecando a sé e a tutta l’Italia.
Anche in questi aspetti tecnici e pratici é il momento
di aiutarsi a guardare al bene di tutto il popolo, della propria comunitá e dei propri figli. É quantomai urgente educarsi alla passione al bene comune che ha fatto dell’Italia il grande paese che conosciamo e amiamo: nulla, nemmeno qualche chilometro di superstrada, è in questo senso banale
La ringrazio e la saluto



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