Cesareo scelta organizzativa, non medica
12 Giugno 2006
Egregio direttore,
In merito all’articolo “Nascite sotto inchiesta: troppi cesarei” scusandomi anticipatamente per la mia grassa ignoranza in medicina desidero esprimere un mio dubbio nato da un’esperienza diretta.
All’Ospedale Del Ponte di Varese ho assistito ad uno splendido parto, con la tecnica dell’epidurale, vissuto magnificamente. Quindi non posso che prendere atto di una buona struttura e personale medico eccellente.
Un mio conoscente nel medesimo posto mi ha raccontato invece di un’odissea, definita come “macellazione di massa”.
Questi due opposte opinioni mi hanno indotto ad approfondire.
Insieme a mia moglie, quella notte, c’erano altre due donne che hanno partorito in tempi differenziati. Nessun caso di taglio cesareo. C’erano due sale operatorie con due staff al completo a disposizione dell’utenza.
Quando ha partorito la moglie del mio amico in Ospedale c’erano cinque donne in dolce attesa. Tutte hanno subito l’intervento con taglio cesareo…
Con un approccio assolutamente da ignorante ho pensato: il cesareo consente tempi certi e soprattutto indipendenti dai tempi di “maturazione” del nascituro. Quando ci sono tante partorienti e il personale medico con le relative strutture è sempre lo stesso, il cesareo mi sembra diventi una scelta ORGANIZZATIVA, non MEDICA.
Se è così, credo ce sarebbe opportuno avere dei chiarimenti in proposito.
A pensar male si fa peccato però, a volte, si azzecca…



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