Chi paga per Bossi?
25 Febbraio 2009
Egregio direttore,
la Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia a pagare a Sergio Cofferati e alla CGIL ottomila euro ciascuno perché il Tribunale di Roma, anni fa, impedì loro di ottenere, in un regolare processo, i danni morali per le parole diffamatorie del leader della Lega on. Umberto Bossi, allora ministro delle riforme istituzionali. L’on. Bossi, infatti, aveva accusato sinistra e CGIL di avere creato un clima di odio che aveva favorito, in un certo modo, l’assassinio del consulente del lavoro Marco Biagi per mano delle BR. Ma, nonostante la querela di Cofferati e della CGIL, la Camera dei deputati aveva deciso, il 30 luglio 2003, che quelle frasi rientravano nel diritto di espressione di ogni parlamentare.
Ora l’Italia, ovvero noi tutti cittadini contribuenti, saremo chiamati a pagare 16.000 euro a causa delle parole diffamatorie dell’on. Bossi che, a quanto mi risulta, in qualità di ministro percepisce un’indennità mensile almeno venti volte superiore a quella di un semplice lavoratore dipendente. Mi auguro che l’on. Bossi abbia la dignità e il buon senso di mettere mano al proprio ricco portafogli per assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
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