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Chiarezza su Malpensa e inquinamento

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14 Marzo 2011

 Egregio direttore,
mi preme come consulente ambientale, fare alcuni ragionamenti con i lettori circa la questione relativa al monitoraggio di Casorate Sempione e le notizie apparse sulla stampa online e cartacea in questi giorni.
La questione secondo me, è stata abilmente spostata, o meglio si è voluto spostare l’attenzione su altre fonti di inquinamento che non siano gli aerei.
La teoria che anche la Asl vuole portare avanti è che questi inquinanti non sono prodotti solo dagli aerei e che per alcuni di essi in campo medico e scientifico ci sono pochi dati.
Il referente dell’Istituto dei Tumori di Milano, presente quella sera a Casorate non la pensava proprio così.
Ma la questione è diversa. Punto di partenza è la formazione di questi composti.
La descrizione del fenomeno e la formazione di questi composti è stata abbondantemente e scientificamente dimostrata e raccontata nella sentenza 11169/2008 dove si parla esplicitamente di formazione di IPA, come conseguenza del maggior afflusso di carburante avio che si richiede durante la fase di decollo e di atterraggio, dove la spinta dei motori è al massimo, con la conseguenza che non tutto il carburante viene bruciato completamente.
Nella stessa sentenza inoltre, si richiama una memoria di SEA datata 15.11.04 che cita come altre fonti di inquinamento per la proprietà Quintavalle gli aeroporti di Vergiate e di Cameri, oltre a chiamare in causa le macchine agricole usate nella proprietà.
Questi tesi smentite scientificamente dalle analisi, vanno lette in due modi:
1° si da la colpa a qualcosa di diverso dagli aerei che è vicino al luogo dei monitoraggi (tesi molto debole) e poi si chiamano in causa altre fonti aeree (non di traffico veicolare, ma aeree);
2° Implicitamente si riconosce che la fonte sono gli aerei e non altre fonti.
Questo è un secondo aspetto di primaria importanza che va correlato con le altre eventuali fonti di inquinamento: il traffico stradale e il riscaldamento.
Dire che questi composti si formano anche in questi due ambiti deve essere dimostrato e supportato scientificamente, anche perché la semplice affermazione va nella direzione di confermare che tutto ciò che viaggia su strada e tutti gli impianti di riscaldamento non funzionano bene, poiché il combustile non viene bruciato tutto, come accade invece per gli aerei.
Siamo pronti a sottoscrivere e supportare questa affermazione? Se le cose fossero veramente in questi termini la situazione sarebbe molto più preoccupante.
In parole povere ci stiamo dicendo che abbiamo degli impianti di riscaldamento che dovranno essere cambiati e sistemati.
Così come spostare l’attenzione sul PM 10 e dare la colpa alla presenza di stufe a legna; fare una affermazione del genere vuol dire aggirare il problema e non porsi degli obiettivi per l’abbattimento di questo inquinante. Anche perché visti i livelli del PM 10 nella nostra zona dovremmo avere come minimo il 90% delle nostre abitazioni riscaldate da stufe a legna! Ne siamo convinti? A me sembra
che il riscaldamento delle nostre abitazioni sia di altro tipo, certo con una formazione di PM10 ma non ai livelli che vengono letti dalle centraline.
Quanto alla questione del tempo di rilevamento, bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di dire le cose come stanno.
Nessuno mette in dubbio che il monitoraggio di 4 mesi sia un tempo troppo breve (per me è più che sufficiente) per avere una impronta esatta del fenomeno, ma non dobbiamo nasconderci dietro un dito e non dire che è da oltre 10 anni, 13 per l’esattezza, che le popolazioni sono sottoposte a continui sorvoli, anche con movimenti numericamente maggiori rispetto ad oggi.
Basti pensare ai quasi 24 milioni di passeggeri del 2007.
Quindi se 4 mesi mettono in evidenza delle percentuali che non devono essere sottovalutati, così come hanno spiegato durante il Consiglio Comunale gli esperti presenti, ora non possiamo fare finta ch e il problema non esista o che sia causato da altre fonti o addirittura ignorare che nel corso di questi anni le popolazioni di questo territorio hanno respirato quantità sicuramente nocive per la salute umana in quantità decisamente più elevate rispetto ai 4 mesi del monitoraggio.
C’è poi un aspetto da non sottovalutare. Il responsabile del Centro Tumori intervenuto a Casorate ha parlato anche dei periodi di latenza e incidenza soprattutto dei tumori respiratori. Un tempo calcolato sui 15 – 20 anni; bene ne sono già passati 13, vogliamo ignorare anche questo aspetto?
Mi permetto una critica rispetto alla richiesta avanzata nei confronti di ARPA per un monitoraggio più puntuale e preciso degli inquinanti. Se non comprendiamo che gli IPA sono da considerarsi inquinanti specifici di un inquinamento diverso da quello atmosferico, partiamo con il piede sbagliato. Dopo la sentenza 11168/2009 si deve parlare di inquinamento da gas di scarico degli aerei.
Attenderemo la risposta di ARPA che dirà che non è in grado di assicurare questi monitoraggi? A meno che i Comuni non si facciano carico dei costi di questi monitoraggi?
Saremmo cornuti e mazziati, anche perché il concetto “chi inquina paga” in Italia è molto lontano dall’essere compreso fino in fondo.
Attenderemo che la ASL, non adempia ai suoi obblighi come ha fatto negli ultimi anni? L’indagine epidemiologica era prevista dal Decreto D’Alema del 1999, così come dovrebbe iniziare a diffondere i dati dello studio Hyena e non tenerli nei cassetti?
Bene ha fatto Casorate Sempione ad approvare una delibera in Consiglio Comunale che oltre a rischiare il rispetto delle regole e delle leggi, ha messo nero su bianco che la priorità in questo momento sono la tutela della salute delle persone.
E invece cosa vuole fare SEA? Ignora completamente la questione dell’inquinamento da gas di scarico, vuole fare la terza pista per implementare i voli, implementando così la zona impattata dal rumore e di conseguenza le zone soggetta all’inquinamento da gas di scarico degli aerei; vuole cancellare la zona della Brughiera di Lonate Pozzolo, l’unico polmone verde nel sud della provincia di Varese che in grado in maniera naturale di purificare l’aria,vuole cancellare una frazione intera, Tornavento.
A fronte dei dati di Casorate Sempione,possiamo veramente permetterci di peggiorare in maniera irreversibile la qualità della vita di questa zona, compromettendo per sempre la nostra salute e quella dei nostri figli?
Personalmente penso di no, è un rischio che non possiamo permetterci di correre.

Walter Girardi - Consulente ambientale, Comitato Viva Via Gaggio

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