Ci vuole coraggio

11 Marzo 2006

Nel suo ultimo intervento Giuseppe Adamoli sottolinea l’impasse in cui si è andata arenando l’Unione in queste ultime settimane. Analisi corretta.
Non si può difendere il ruolo dei partiti in democrazia se non difendendo, innanzi tutto, le espressioni democratiche che, nascendo anche al di fuori dei partiti, possono coalizzare l’impegno dei cittadini, e quindi degli elettori, per ridare a Varese la voglia e la forza di reagire al sonno degli ideali e al torpore della politica, cifra e stigmate delle due ultime amministrazioni. E ciò è tanto più vero quando, e quanto maggiormente, i partiti non colgano la necessità di favorire la crescita della partecipazione democratica intorno ad essi, e con essi in simbiosi, della città. E’ infatti solo da questo humus che i partiti traggono vita e sostanza, e un impoverimento della partecipazione democratica, al di fuori dei partiti, rappresenta inevitabilmente, alla lunga, un impoverimento del ruolo dei partiti e quindi un indebolimemnto della democrazia.
A Varese è possibile, in questo momento, coalizzare una forza elettorale di centrosinistra quale mai, probabilmente, si è data a vedere nel passato. Non so se sarà sufficiente per poter finalmente ridare alla città un governo serio, competente e responsabile, ma certo non ci si può permettere di vanificare anche soltanto una simile prospettiva unicamente per difendere dei distinguo o per mettere dei paletti che poco o nulla hanno a che vedere con la forza travolgente di quegli ideali che tanti cittadini vorrebbero vedersi realizzare.
Ci vuole coraggio. Anche il coraggio di rinunciare a un candidato sindaco del proprio partito. Ma soprattutto il coraggio di lasciar crescere, anche da un punto di vista elettorale, uno spazio di partecipazione democratica, che si riconosca negli ideali dell’Unione, pur non facendone parte, perchè è da lì che prenderà le mosse, se mai si realizzerà, la vittoria dell’Unione.