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Cinque minuti e poi: l’ultimo volo da Malpensa per Maurizio

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31 Gennaio 2015

C’è che un ricordo non si rottama. Mia mamma mi fece ascoltare “Cinque minuti e poi…”, mentre io bimbo le restavo appiccicato alla gonnella. Per lei quella voce si chiamava semplicemente Maurizio e quella canzone d’amore, urlata nei jukebox alla fine degli anni Sessanta, tracciava gli anni migliori della sua gioventù.

C’è che persino una ballata d’amore nasconde i graffi che possono farti diventare un vero avanguardista della musica. Colui che per mamma era stato il cantante belloccio “da fotoromanzo”, per me invece fu Maurizio Arcieri, il seminatore instancabile di germogli di elettronica e punk in un’Italia musicalmente ancora troppo bigotta per raccogliere la fertilità delle provocazioni.

C’è che il beat non si rinnega quando viene da una band nostrana come i New Dada, ragazzotti dalla frangetta facile di Milano che fecero da spalla ai Beatles di Liverpool. Se sei un visionario il tuo destino è far spazientire l’elettronica attraverso la nuova avventura musicale dei Krisma, portarla oltreoceano e poi far marcia indietro con l’unica e instancabile consapevolezza: il disagio e la sofferenza di una generazione non si elevano soltanto con le poesie musicali dei cantautori. Si urlano anche con il punk visionario e l’elettronica rabbiosa che hanno fatto di Maurizio Arcieri uno dei pochi e autentici avanguardisti che l’Italia abbia avuto.

Oggi questo fazzoletto lombardo, che va da Castelveccana – il paese del varesotto in cui abitava – a Varese, scippa a Milano lo scettro di capitale musicale italiana. Perciò per questo mio intervento ho chiesto asilo a VareseNews, autorevole voce giornalistica del territorio, perché Maurizio ormai appartiene a questa zolla di terra. 

Stasera mi sono spinto fino a Varese di proposito. Passeggiando in centro, mi sono ritrovato un fascio di stelle che non si vedeva da chissà quanto tempo sul cielo che scontorna le rotte dei voli in partenza dal vicino aeroporto di Malpensa.

“Solo un minuto e un jet partirà portandoti via da me”. Ed è proprio il fischio dell’ultimo volo da Malpensa che vogliamo dedicare a Maurizio, nonostante il finale del celebre brano ci ricordi con amarezza “Bugie, bugie, non tornerai”. 

Rosario Pipolo 
giornalista e blogger
www.rosariopipolo.it

Rosario Pipolo

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