Crisi libanese: l’Italia continui a cercare la via diplomatica
Loading...20 Luglio 2006
Egregio direttore,
mi permetta di intervenire nel dibattito che si sta aprendo anche su Varesenews su quanto sta succedendo tra Israele, Palestina e Libano.
È evidente che in Medio Oriente non sono in conflitto un torto (degli israeliani) e una ragione (dei palestinesi), ma due ragioni.
È una ragione il diritto dello Stato di Israele a vivere sicuro, riconosciuto e senza paura dei propri vicini.
Ed è una ragione il diritto dei palestinesi ad avere un proprio Stato indipendente.
Ciò premesso, sono inaccettabili tanto gli attacchi ad Israele inferti dai miliziani di Hezbollah e di Hamas, dietro i quali si intravede l’ombra di Teheran e Damasco, quanto la sproporzionata reazione israeliana che si è concentrata, in particolare, sulla popolazione civile e sulla distruzione di infrastrutture ad essa vitali.
Gli avvenimenti di questi giorni dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, che la teoria di Bush che la guerra in Iraq avrebbe innescato un effetto domino, consentendo di espandere la democrazia in tutto il Medio Oriente, era sbagliata.
Per questo, oggi, è necessario che l’Italia contribuisca più che mai a mantenere aperti i contatti diplomatici con i Paesi coinvolti nel conflitto, nonché con l’Iran, sia per la soluzione dell’attuale crisi, sia per la questione legata allo sviluppo del nucleare di Teheran.
Il futuro della pace e della stabilità in Medio Oriente è affidato ad una strategia comune Stati Uniti- Europa finalizzata all’invio di una forza di pace ONU sia nel Sud del Libano che a Gaza.
Naturalmente, per quanto riguarda israeliani e palestinesi, l’obiettivo cui puntare dovrebbe essere “Due Stati e due popoli”.
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