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Di che colore è la pelle di un bambino senegalese appena nato?

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23 Agosto 2009

Gentile direttore
 
partendo dal suo editoriale, (porgo i miei complimenti perchè credo che assolva proprio alle sue funzioni), le faccio questa domanda: "lei ha mai sorvolato l’Africa?".
 
Io questa esperienza l’ho fatta proprio una settimana fa. Un volo che ci impiega 6 ore (circa) dove dopo aver visto le coste tunisine entri nel cuore dell’africa. Vedi questa immensa distesa di sabbia che passa da colori chiari a colori rossi a seconda della fascia che stai sorvolando. E’ molto bello vederlo da lassù; mentre aria condizionata mette la cabina ad una temperatura di 20 gradi e premurose hostess ti chiedono "Vuole qualcosa da bere"?
 
Seppur giovane credo di aver visto un pezzetto d’Africa. Ho visto come e dove vivono. Ho mangiato le stesse cose che mangiano loro. Ho visto persone che vivono in bidonville. in mezzo a mosche e fogne a cielo aperto. Gente che cerca di guadagnarsi il pane quotidiano stando lungo le strade a vendere banane. Ho conosciute persone malate che non possono curarsi perchè non hanno soldi. Persone che hanno un sogno, venire in Europa per lavorare e avere un futuro migliore.
 
Persone che non hanno scelta, morire nella povertà estrema o giocarsi una possibilità: prendere e partire. Perchè c’è una grossa differenza morire senza possibilità o morire inseguendo una possibilità.
 
E allora partono. Partono e fanno un viaggio attraverso il deserto. Quel deserto che ho visto dall’alto mentre sorseggiavo allegramente una bibita. Un viaggio dove non ci sono 20° in cabina ma 40° (se va bene). Dove non sono seduti su comodi sedili ma magari all’interno di un container schiacciati con altre 100 persone.
Arrivando fino a quelle coste libiche. Dove per una volta tanto diciamoci la verità, Gheddafi utilizza questi immigrati per propri scopi politici. Dove, l’amico Gheddafi (come definito da Berlusconi), ogni volta che qualche politico italiano sostiene di aver diminuito gli sbarchi, da il via libera agli attraversamenti del Mediterraneo. Non mi si venga a dire che è solamente un caso che a seguito di determinate affermazioni di Berlusconi e di Maroni, dalla Libia siano partite centinaia di persone…
 
E queste persone compiono un viaggio in mezzo ad uno dei mari più difficili da navigare. Mettono in gioco la propria vita per guadagnarsi un futuro migliore. Ed è questa la loro colpa. Non sbarcano a Lampedusa con coltelli e sacchetti pronti per derubare gli italiani.
 
Qualcuno sostiene che noi dovremmo essere fermi come i Maltesi o come i Greci. L’allinearsi a questo metodo cosa ci ha portato? Ai morti dell’altro giorno. E molte persone non sanno o fanno finta di sapere che nel bel mezzo del Mediterraneo ci sono centinaia di cadaveri. Persone che hanno lasciato una morte sicura per cercare di vivere. Molte persone vanno a Lampedusa e fotografano la famosa porta senza capire il vero senso di quel monumento. E la domanda che mi faccio spesso è quanti sogni sono sul fondo del Meditterraneo?
 
Ma a questo a noi poveri fortunati non ci interessa. O meglio ad una piccola parte interessa e come. Magari interessa molto a quei piccoli imprenditori del Trevigiano che vedono nel clandestino braccia lavorative. Che si definiscono cattolici, perchè vanno a messa ogni domenica, ma che la seconda e terza casa magari nello stesso paese piuttosto che affittarla ad un immigrato la tengono vuota. Oppure la affittano a 10 persone.
 
Oppure interessa all’agricoltore pugliese avere il clandestino di turno per la raccolta di quei buoni succosi pomodori che ogni giorno assaggiamo sulle nostre tavole.
 
Oppure fa comodo al piccolo imprenditore edile leghista del Varesotto, perchè trovare un muratore clandestino e in nero ti costa molto meno di uno in regola. E magari gli diamo anche fuoco perchè si è ribellato allo sfruttamento.
 
Questa è la nostra coerenza.
 
Qualcuno dice portiamo lo sviluppo nel loro paese cosi diminuiremo gli immigrati. Peccato però che proprio questo anno l’attuale governo abbia diminuito i fondi di cooperazione internazionale. E quei pochi, sono andati in gran parte ai nostri cari amici Libici del fraterno amico Gheddafi.
 
Ma la cosa che mi rende più triste è la coerenza di questo governo. non molti mesi fa qualcuno si batteva per la vita. Quelli che sono morti l’altro giorno non erano per caso vite? od erano vite di serie B? Non è solo una questione di Lega, ma una questione di umanità. E’ una questione di coerenza. Non ci si può definire difensori della legalità quando si è primi corresponsabili di determinate situazioni.
 
Il direttore voleva con questo editoriale far solamente riflettere perchè forse l’editoriale ha proprio questa funzione. L’immigrazione è un problema complesso che non si affronta con slogan, giochi politici e alimentando tensioni. So benissimo che distruggere è più facile di
costruire, ma stiamo parlando di vite e non di cose. Siamo sicuri che con le leggi attuali si affronti in maniera seria il problema? Secondo me no perchè con le attuali leggi ci siamo dimenticati che quelli che stanno su quei barconi sono persone come noi con un’unica differenza il luogo di nascita. Ma caro direttore siamo proprio sicuri che è solo una questione di pelle e di luogo di nascita la dignità di una persona immigrata? Perchè non so se tutti sanno che colore ha la pelle di un bambino senegalese appena nato?
Francesco Calò

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