Dopo l’esilio dalla politica italiana

19 Luglio 2014

Caro direttore,
perdurando il mio esilio a Trieste mi sto guardando attorno perché mi sta tornando la voglia di buttarmi nella mischia.
So poco della situazione politica italiana, mi ero presa una sorta di vacanza, ma annusando l’aria mi pare che non sia cambiato molto, il fenomeno Renzi somiglia a una minestra riscaldata e abbastanza indigesta da quel che leggo nelle proposte per cambiare tutto lasciando tutto come è, se non peggiorandolo.
Ieri durante la mia ora d’aria mi sono imbattuta negli iscritti della lista Tsipras, l’ultima speranza. Mi sono fermata, ho letto il volantino, ho dato la mia disponibilità Curiosamente ho notato che i militanti, parecchie donne, erano su per giù della mia età Oddio, è bello che a dopo gli anta si conservino gli slanci della meglio gioventù, ma i giovani dove sono? Mi è venuta spontanea una domanda: ma la Sinistra nasce già vecchia? Si ricicla?
Il presidio sembrava un raduno di compagni di liceo o fra reduci di battaglie perse, con l’onore delle armi, ma comunque perse -Portiamo i nostri sassolini- mi ha detto una compagna. Sarà, ma intanto continuiamo a prendere sassate in faccia e ne portiamo tutti i segni.
Li ho salutati un po’ perplessa, leggendo e ultime righe del volantino che trascrivo e ognuno valuti in proprio _ L’Italia ha bisogno di riforme, ma per far pagare le tasse agli evasori, per lottare contro la grande criminalità, per difendersi dagli attacchi della speculazione finanziaria, per creare posti di lavoro e dare sicurezza ai più deboli.
Non dobbiamo rinunciare alla democrazia e consegnare tutto il potere a una persona sola (?)- Lo abbiamo già sentito, lo hanno detto tutti, a destra, a sinistra, al centro. A costo di sembrare arcaica continuo a pensare che la Sinistra si costruisce testi alla mano, testi buttati troppo sbrigativamente in soffitta. Al prossimo incontro gliela butterò lì.