Due donne
23 Dicembre 2010
Caro Direttore,
oggi, durante la discussione sulla riforma dell’Università che si teneva in Senato, in questo scorcio di anno che si chiude tra mille difficoltà e polemiche, in questo pomeriggio piovoso in cui pigramente me ne stavo sul divano, mi è apparso chiaro per un momento cosa siano il dualismo, il bipolarismo, la contrapposizione politica nel nostro Paese.
Da una parte parlava al microfono la bellissima Senatrice Anna Finocchiaro, toccando temi densi, rievocando cosa abbia significato quel ’68 che la Ministra Gelmini aveva definito "ormai liquidato" grazie alla sua riforma. Un avvocato greco, un Demostene, un Lisia, un Iperide, un esponente della scuola attica o asiana, un uomo della Magna Grecia o della Grecia propriamente detta; oppure un Cicerone, il più grande avvocato romano, non avrebbero potuto avere maggior vis o pathos o raggiungere vette più alte nel modo in cui l’arringa finale, l’attacco al sistema, la contestazione contenuta in quella peroratio venivano condotte. Con la sua lucida intelligenza, le sue pause nel respiro studiate e abilmente utilizzate, con la sua voce ruvida, bellissima, da donna del Sud, da grande Arietessa coraggiosa e pronta allo sfondamento, Anna Finocchiaro mi ha incantata e tenuta col fiato sospeso, sino all’esilarante mancata conclusione, nella quale asseriva di non poter leggere (troppo faticoso, troppo "in salita) i tre versi che voleva dedicare alla Ministra Gelmini, ma che le polemiche di altri Senatori le impedivano di pronunciare.
E dall’altra parte c’era lei, la giovane Ministra Gelmini, insignificante e silenziosa, attenta ad ascoltare, fissa nella sua rigida espressione vacua e assente, con il suo occhiale, questo sì, sapientemente abbinato all’abito, come sempre.
Che tristezza, vederla incassare le battute sagaci e argute della Senatrice senza battere ciglio; che quadretto raggelante vedere che era pronta a gongolare e prendersi il merito di una "riforma epocale" (che in realtà fa acqua da tutte le parti) dopo aver ricevuto pesanti bacchettate dalla rivale più esperta e di ben differente spessore!
Di queste due donne io sto con la prima. A lei mi ispiro nel mio modo di fare opposizione al sistema (anche io sto da quella parte, mio malgrado), a lei mi vanto di somigliare un po’ nella mia dialettica. L’altra, che come Ministra, donna e giovane, dovrebbe essere per noi, donne e giovani, motivo di orgoglio, non mi suggeriva alcuno slancio, alcuno stimolo. Non vorrei mai somigliarle né essere al suo posto.
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