Due pesi e due misure con le religioni

31 Gennaio 2006

Caro Direttore,
leggo la notizia dell’ulteriore blocco o chiusura di un luogo di culto islamico, questa volta in quel di Gallarate.
Una piccola premessa necessaria o quantomeno utile. Mi definisco un agnostico oppure non praticante, ma ho il massimo rispetto di chi, religioso o no, fa comunque del bene, sotto qualsiasi forma, materiale o spirituale.
Tanti ma tanti anni orsono, da modesto corrispondente de La Prealpina, posi in risalto le angherie che una certa mentalità retrograda frapponeva alla Comunità dei Testimoni di Geova nel tentativo di edificare la Casa del Tempio di Besozzo. Alla fine la vinsero loro, i testimoni, il TAR gli diede ragione e costruirono la loro Casa del Tempio. Non condividevo come non condivido nulla delle teorie dei Testimoni di Geova, ma mi sembrava ingiusta la persecuzione alla quale erano sottoposti.
Non condivido nulla della religione Islamica, così come non condivido nulla delle tre religioni che si rifanno ad Abramo. Non riesco proprio a credere ad un Dio sanguinario che ordina ad Abramo di nadare nella terra di Canaan con tutto quel che ne segue.
Ma veniamo alla Moschea di Gallarate e alle discriminazioni in essere.
I mussulmani tentano di dotarsi di un luogo di culto, per ritrovarsi, per pregare, con mille pretesti gli si nega il permesso, vengono boicottati.
E la Chiesa di culto ortodosso aperta di recente in quel di Varese, se non sbaglio, in un appartamento, è in regola con tutte le norme urbanstiche previste?
Perchè due pesi e due misure?

Cordialmente