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“E nessun abitante dirà sono malato” (Isaia 33/24)

Generico 20 Nov 2023
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21 Novembre 2023

Credo che in molti qui a Induno Olona sappiano che il Buon Dio mi sta mettendo alla prova e che la mia vita può anche terminare. In questa situazione di malattia la prima domanda che ci facciamo è “perché proprio a me Dio chiede questa prova?”. Ma la domanda forse è un’altra: cosa posso fare io oggi per testimoniare la fede attraverso la mia malattia?

Fatta questa premessa mi sarei aspettato da tanti amici, soprattutto da coloro con cui ci scambiamo il segno della pace durante la Messa, una visita di conforto come ci insegna il Vangelo. Invece mi sono accorto che in tanti, non in tutti, è scattato nei miei confronti l’atteggiamento contrario. Il malato non va disturbato!  Che errore, così alla fine aumenta la mia solitudine, non ho il conforto di chi può alimentare la speranza nelle guarigione. Forse non conosciamo bene il Vangelo.

Unica eccezione a questa regola è un amico particolare, uno che il Vangelo lo conosce a memoria, conosce la parola di Dio più di tanti bravi cattolici e questa sua conoscenza lo rende ostile a tutti noi, presuntuosi che crediamo di appartenere alla religione della Verità, ma che nessuno ha.

Per farla breve lui è un Testimone di Geova, fa parte di questi nostri fratelli che conoscono quello che in tanti ignorano, scrivendo sulle proprie porte “Testimoni di Geova, No grazie”.

Lui è un vero amico che ogni 15 giorni mi viene a trovare, sia con sua moglie che con qualche suo amico. Mette in pratica l’insegnamento di Gesù: andate a due a due ad annunciare la Buona Novella. E a quanto pare questa loro coerenza non li rende simpatici, costruendo intorno a loro un muro fatto di ostilità. E questo è un altro errore che si compie e anche un peccato; chiudere la propria porta di casa a queste fratelli che mettono in pratica il Vangelo, non genera amore, ma indifferenza.

L’altro giorno è passato con sua moglie e mi ha fatto gli auguri di Natale con un bigliettino che diceva “E nessun abitante dirà, sono malato (Isaia
33/24), una speranza che si realizzerà presto” Firmato Giuseppe Palmisani con la moglie. Non ho mai ricevuto un augurio così bello. Peccato che sia venuto da un Testimone di Geova.

Non aggiungo altri commenti. Spero che questa nostra santa Chiesa Cattolica che naviga da tempo nelle acque turbolente dei propri scandali e nel
fasto delle sue ricchezze, possa dire ai suoi fedeli: aprite le porte ai Testimoni di Geova, non solo perché sono nostri fratelli, ma perché possono arricchire la nostra debole fede. Oggi chi ti chiude la porta, non sa cosa si perde.

Grazie Giuseppe, sei un grande, un distributore di umanità e di fratellanza.

Emilio Vanoni –  Induno Olona

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