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E si riapre il caso Togliatti

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28 Ottobre 2011

Caro direttore
E si riapre il caso Togliatti. Due brevi, maledette parole bastarono a crocifiggerlo: il verbo "assassinare" al posto di "sopprimere", e l’aggettivo "divino" invece di "vecchio". Poca cosa, sufficiente pero’ a rovinare, durante l’arroventata campagna politica del ’92, lo scoop storico e giornalistico di Franco Andreucci. Perche’ la rivelazione di cui lo studioso informo’ i giornali proveniva direttamente da Mosca, e il personaggio coinvolto si chiamava Palmiro Togliatti. Andreucci svelo’ che una lettera del leader comunista, ritrovata negli archivi di Mosca, lo inchiodava definitivamente alle sue responsabilita’ di collaborazionista staliniano. In pratica, il documento autografo di Togliatti provava il suo cinico disinteresse per la sorte degli alpini italiani dell’Armir, prigionieri in Russia. Di piu’: giustificava la loro possibile "soppressione", perche’ avrebbe potuto aiutare la causa comunista. Ma, mentre l’Italia intera si appassionava alla discussione, quelle due parole della lettera risultarono alterate. Senza cambiarne il senso generale, certo, ma screditando comunque Andreucci. Al punto che, in un coro di critiche pesantissime, preferi’ scegliere il silenzio, dimettersi da tutto, sparire. La faccenda fu archiviata nella memoria collettiva alla voce "falsi storici". Finche’, riparatore, calo’ su tutto l’oblio.

Antonio Imposimato

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