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È un calcio malato. Ma ci sono pochi alieni che lo salveranno

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3 Aprile 2012

Egregio Direttore, un’unica, semplice domanda. Perchè? Di nuovo i fari puntati sullo scandalo delle scommesse nel Calcio. Arresti, fermi, indagati eccellenti. E fiumi di parole. Assolutamente inutili. Ne siamo consapevoli tutti. Inutile nasconderci dietro ad un dito. Sua Maestà il Calcio è come l’Araba Fenice, rinasce sempre dalle proprie ceneri e si perpetua nei gesti, nelle frasi, nelle opere ed omissioni dei protagonisti. Inchieste che nelle premesse pare scoperchino un pentolone di malefatte, si riducono a buffetti sulla testolina del malcapitato colto con le mani nella marmellata. Sono tutti vittime. Mai nessun colpevole. Pseudo eroi sul rettangolo di gioco, una volta scoperti frignano come neonati fornendo giustificazioni da patibolo, consumando le proprie giornate chiusi nelle loro dimore dorate, arresti domiciliari da sogno. E la tempesta si perde in un bicchiere d’acqua. La madre di tutte le punizioni- ma giusto perchè qualcosina si deve fare- si riduce a punti di penalizzazione variabili a seconda del grado di coinvolgimento, conditi con le prese di posizione epocali dei super vertici del Calcio. Passata è la tempesta, odo augelli far festa…cinguettava il buon Leopardi. Mai come ora attuale, anche se gli augelli si trasformano in vampiri assetati di danaro, come non ne avessero abbastanza… E dunque perchè, mi domando, insistere nell’ingannare l’italiano medio- coda di scoiattolo appesa allo specchietto dell’auto, adesivo O’ Neill sul lunotto, occhialazzi D&G, neo melodico sino al midollo- con notizie da gossip che non avranno seguito? Il Calcio è un pianeta a parte. Non è un semplice sport, è un satellite del mondo reale. Il sole è a spicchi, a esagoni, con diverse scelte cromatiche. Spesso si sgonfia, a volte rimbalza, sempre si insacca. Sopravvive a se stesso. Non ci sono Maya che tengano, nessuno può prevederne la fine. Semplicemente perchè non vi sono profezie, pronostici, presagi da indovinare. L’Infinito esiste. Ed è il Mondo del Calcio. Dei ed Eroi, Spartiati ed Iloti, Signorotti e Servi della Gleba, ognuno si ritaglia la propria fetta di reputazione. Impera l’arte dell’imitazione, si sviluppa un linguaggio ed un modus operandi autoctono, l’atteggiamento degli inferiori ricalca quello dei veri potenti che dall’Olimpo in erba vera o sintetica, come Moire con tacchetti a sei, tessono i destini di tutti. I "Galliani dei poveri" emergono il sabato pomeriggio sui campetti di provincia, tronfi ed alteri nella loro figura di "dirigenti" di squadrette minori, commentano le partitelle dei bambini quasi fossero bonsai di calciatori veri, usando terminologie mutuate dalle cronache pallonare dei luminari delle tv private, si precipitano in campo con borracce, borse mediche, potendo anche barelle, appena un bimbo scivola. Perchè nel Pianeta Calcio si fa cosi. Nella vita reale un bambino svolge il proprio compito, scivola, cade, si taglia, si graffia, si lacera, si rialza, guarisce. Quando veste i panni del "calciatore" ogni caduta è un incubo, il capitombolo è tormento, lo scivolone una peste bubbonica. Il bambino, purtroppo, si sente autorizzato da questi riti assurdi a comportarsi di conseguenza ed il gioco si trasforma in una funzione pagana, ove va in scena la parodia del calcio vero. E conta solo chi vince. Poco importa come. Le regole dello Sport impongono che chi truffa ne paghi le conseguenze. L’Impero del Pallone, invece, è in grado di ribaltare lo scorrere del tempo, il giorno è notte, la destra è sinistra ed il sopra è sotto. Chi truffa ha sempre una giustificazione. Lo fa per la squadra, per i propri colori, per i tifosi. Ed è convinto di essere nel giusto. Un eroe al contrario.  Di quando in quando, non troppo spesso, però succede, capita che nel regno buio la luce risplenda e qualcuno sia punito. Ma è lo spazio di un respiro. Il rito si perpetua, la ferale polemica per un pallone che superi o meno una riga di porta torna a popolare le notti dei valvassori del calcio. Ed il Pianeta riprende la propria vita. Ma gli alieni esistono anche li. L’onore ed il privilegio di aver conosciuto e lavorato con Uomini come Giuseppe Sannino, Emanuele Pesoli e Daniele Buzzegoli conforta e sprona tutti noi che, a prescindere da tutto, amiamo questo mondo a credere sempre, sino alla fine, in ciò che facciamo. Perchè- massima responsabilità- i bambini ci guardano. Sempre.

Marco Caccianiga Responsabile Scuola Calcio A.S.Varese 1910

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