Eleggiamo Yapo Yapi

3 Maggio 2006

Egregio direttore di Varesenews,

non sono contento, in quanto elettore di centro-sinistra, del metodo con cui si è arrivati alla candidatura a sindaco di Antonio Conte da parte dei principali partiti della coalizione varesina, ed ho già avuto occasione di scriverlo su queste pagine a più riprese.
Parlo del metodo, si badi bene, e non del candidato, che sarebbe stato ottimo se avesse avuto un mandato con l’ accordo comune di tutti fin dall’inizio del dibattito pre-elettorale (iniziato se non sbaglio con una assemblea pubblica cittadina nel novembre scorso), consentendogli di costituire una sua lista aperta alla società civile e appoggiata da tutti i partiti, con un programma condiviso e magari suffragato da elezioni primarie come è stato fatto a Milano. Ma non è questo il momento di fare ulteriori valutazioni, che sono da rimandare al dopo elezioni.
Piuttosto voglio qui cogliere l’unico vero aspetto di apertura innovativa alle esigenze sociali non espresse direttamente dai partiti politici, a mio parere rappresentato dalla scelta della Margherita di candidare nella sua lista Daniel Yapi Yapo: cittadino varesino di origine ivoriana e portavoce di Ubuntu, il movimento politico che raccoglie le esigenze della numerosa e variegata comunità degli immigrati stranieri, che pur dando il loro apporto lavorativo alla comunità varesina in modo sempre più determinante, sono spesso lasciati senza quei diritti fondamentali che contraddistinguono un consorzio civile degno di questo nome.
Sarebbe veramente un bel segnale in controtendenza se questa città sapesse esprimere tra i suoi eletti al consiglio comunale anche una persona con queste caratteristiche culturali e sociali. E’ questo il mio auspicio, che mi consolerebbe di un dibattito politico elettorale che finora si è rivelato piuttosto povero di contenuti sostanziali, a destra come a sinistra, proprio perché circoscritto alle capacità elaborative più dei partiti che dei cittadini.