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Emblema della città al posto del Sole delle alpi

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23 Giugno 2006

Gentilissimo Direttore,
ho letto con stupore la lettera inviataLe da Stefania Cipolat, consigliere della circoscrizione 5, in difesa del sole delle alpi.

Nella sua missiva, l’esponente di Forza Italia invita ad una “lettura” non politica del simbolo contestato, poichè esso avrebbe significati profondi, legati alla tradizione familiare, e costituirebbe un intreccio di simboli celtici e Cristiani.
Nessuno vuole certo mettere in dubbio il valore del “sole delle alpi”, ma ricordo alla consigliera Cipolat che, se la chiave di lettura deve essere esclusivamente simbolica, scevra da ogni connotazione politica, non sarebbe una follia proporre l’introduzione della Croce Celtica quale simbolo ancora più strettamente legato alla nostra terra.

Essa è continuamente presente nella Tradizione Europea: dalle grotte sui Pirenei Francesi 10000 anni prima di Cristo, al ponte Milvio come buon auspicio per la battaglia dell’Imperatore Costantino, dalla cerimonia d’incoronazione di Carlo Magno, alla Cristianità Irlandese; dal paganesimo al Cristianesimo, la Croce Celtica raffigura i Quattro Elementi (croce: Acqua, Aria, Terra, Fuoco; cerchio: lo Spirito, cioè il Quinto Elemento), il punto d’incontro tra il mondo terreno (asse orizzontale della croce) e quello divino (asse verticale) nell’infinità dell’universo (il cerchio).

Oltre a possedere un significato sacro e religioso, questo simbolo è uno dei più rilevanti nella simbologia europea e mondiale. Nell’evangelizzazione cristiana dell’Europa durante l’Impero Romano nei paesi anglosassoni vi erano varie religioni e culti pagani che vennero poi sostituiti con la religione cristiana.
La tradizione celtica di quei luoghi possedeva come simbolo di vita ed entità di culto il sole, che era rappresentato geometricamente con un cerchio. La venuta del cristianesimo sovrappose al cerchio pagano la croce di Gesù Cristo.

La croce celtica nacque così, con la funzione di rimarcare la potenza di Dio sugli uomini e quindi anche sulle loro tradizioni pagane.

Nel corso dei secoli questo antico simbolo è andato incarnando alcuni significati quale l’europeismo, la tradizione dei popoli nord europei ed europei in generale con il valore strettamente correlato al rispetto delle usanze e delle tradizioni: la Croce Celtica è presente nella stragrande maggioranza delle chiese lombarde, così come nei cimiteri, e in misura assai maggiore del “sole delle alpi”.

Ciononostante, sono consapevole del fatto che la “Celtica” sia stata adottata, dagli anni 70, dai movimenti della giovane Destra Europea (dal Front de la Jeunesse al Fronte della Gioventù), e che abbia assunto, quindi, una connotazione politica ben definita: per questo motivo, trovo che sarebbe inopportuno imporre tale simbolo ad una intera città, nonostante esso sia, alla stessa stregua del sole delle alpi (adottato dalla Lega nord come emblema), “popolare e familiare”.

Colgo l’occasione per rispondere a Giulia Dragonetti e a Franco Zanellati, ai quali assicuro che verrà presentata, fra pochi minuti, nella Segreteria Generale del Comune di Varese, la mia mozione affinchè il sole delle alpi venga al più presto rimosso e sostituito con l’emblema della città di Varese, che senza ombra di dubbio rappresenta noi tutti.

Sono convinto che la reintroduzione del sole delle alpi in Piazza Montegrappa sia stata decisa dei dirigenti del Comune, e non dal Sindaco, sulla cui buona fede metto la mano sul fuoco: in caso contrario, si sarebbe trattato di un gesto arrogante da censurare, ma sono sicuro che si rimedierà presto allo scivolone e il buon senso avrà la meglio.

Distinti saluti

Stefano Clerici, Consigliere Comunale Varese - ALLEANZA NAZIONALE

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