Giochi politici

3 Novembre 2010

Egr. direttore,

stavo cercando di accostare il gioco politico nel nostro Parlamento ad altri più comuni, tipo Monopoli o Risiko. Il paragone è fallito per un ostacolo insormontabile: in tutti i giochi non politici esistono delle regole che tutti devono rispettare, mentre in Parlamento sembra che ognuno giochi secondo le sue. Mi sono allora divertito ad accostare i nostri potenti politici a giochi vari.

Indiscutibilmente Berlusconi interpreta la politica come il poker: sa calcolare le probabilità, bluffare alla grande, non teme il rischio o le puntate alte, e, per di più, sa anche come giocare in difesa nelle mani scalognate perdendo meno del prevedibile.

Bossi, con il suo toscano, gioca la politica come il tressette: strategia, tattica e inventiva non gli mancano certo.

Casini più che un giocatore mi sembra un croupier al tavolo della roulette: non ci mette nulla di suo, ma, alla lunga, il calcolo delle probabilità gli porta un guadagno certo.

Dipietro, improvvisatore e sanguigno, è un tipico giocatore di Marianna, dove basta una pescata buona al momento giusto per sistemare la partita.

Fini ha lo stile lo stile dello scacchista, infatti muove le sue pedine come da manuale relativo. Il difetto è che non ha ancora letto il capitolo che insegna a muovere i cavalli.

Bersani invece, è il meno portato al gioco. La Peppa tencia ( milanese ) mi sembra quello che assomiglia di più al suo modo di far politica. Nella partita di Peppa non si fa altro che seguire ( e commentare ) il giro delle carte senza influire minimamente sul loro andamento per cercare la vittoria, si può solo lamentarsi alla fine quando resta in mano la Peppa.

Con i miei migliori saluti