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“I giovani di oggi, il rapper e Gigliola Cinquetti”

Cinema
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9 Ottobre 2022

Questa sera al posto di trattare i temi angoscianti della guerra, voglio parlare di un tema leggero. Come tutte le persone che sono andate in pensione, anche chi scrive, ha scoperto l’importanza del camminare per la propria salute. Quando posso, per tutti gli spostamenti quotidiani, lascio riposare la macchina e vado a piedi. E così quasi tutti i giorni, vado da casa sino al Montallegro, faccio la mia passeggiate quotidiana, in mezzo al bosco. E in questi camminate ho scoperto che, passeggiando si può ascoltare la musica, con le così dette cuffiette. Musica che mi riporta negli anni ’60.

Tutte canzoni che hanno ancora una sana melodia, rilassanti, che parlano di amore, affetto, solidarietà, buona maniere, dolcezza, serenità ecc. Il contrario di quelle di adesso, le così dette canzoni RAP o rapping, che sono una forma di canzoni senza melodia, una oratoria musicale che presenta «rima, discorso ritmico e linguaggio di strada». Di solito con ritmi veloci e assordanti che invitano a correre come nel vivere quotidiano, sia con le moto che con le auto o anche sul posto di lavoro, con una buona dose di aggressività, dove spesso e volentieri dilagano proprie e vere parolacce. Con cantanti che per voler essere alternativi a tutti i costi per vendere più dischi, i maschi si travestano da donne e le donne da maschi. Per non parlare di tatuaggi osceni ostentati con grande disinvoltura. Dicono che così si fa breccia e successo tra i ragazzini, ma con un tasso diseducativo incontrollato che costringono i genitori di oggi in quella missione impossibile di educare i propri figli al bene comune, alla sobrietà, alla buona educazione, nuotando contro corrente contro tutti quei mezzi di comunicazione in cui domina la diseducazione e la violenza che poi sfocia nel fenomeno del bullismo tra i ragazzini.

Ovviamente qualcuno si scandalizzerà per queste mie affermazioni, cariche di nostalgia, come di uno che vuole limitare la libertà di espressione. Ma se la libertà é quella di insegnare la maleducazione, io qualche riserva, la manifesto. Poveri questi nostri ragazzi che non hanno conosciuto la gioia e la felicità di accontentarsi del poco, ossessionati nella corsa dei desideri, diventando già da piccoli ad essere schiavi del consumismo e del mercato, disinteressandosi troppo spesso dei disastri climatici e dell’orrore della guerra che noi adulti, pessimi maestri, stiamo lasciando in eredità alle nuove generazioni, in cui l’odio prevale sull’amore.

E così alla fine di queste passeggiate, quasi come una forma di dipendenza, mi lascio trasportare dalle canzoni di Gigliola Cinquetti soprattutto in quel testo meraviglioso, fatto di purezza e responsabilità con quella canzone con cui a 16 anni vinse il Festival di San Remo con la canzone “Non ho l’età”. Poveri questi nostri giovani costretti dalle mode e dalla diseducazione dilagante a fare sesso in tenera età senza la gioia dell’amore. Navigando ho scoperto poi che il nome Gigliola deriva da Lilius che significa “Bella come un giglio”. Forse anche nelle scuole non si riesce ad educare alla bellezza, alla fraternità e all’amore per il prossimo, sacrificando questi valori alla competizione. Da quanto sono in pensione mi sono dato 4 regole: Mangiare di tutto ma poco, camminare tanto, bere tanto, e leggere tanti ma tanti libri, per combattere l’invecchiamento. E poi camminando nei boschi ho riscoperto l’arte del meditare. So di passare con questa lettera per un bacchettone, ma non mi importa. Buona salute a tutti.

Emilio Vanoni

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