Gli indisciplinati di Varese
26 Maggio 2006
L’altra sera, ascoltando il leader della Casa delle libertà nel salotto di Bruno Vespa, in più di un varesino potrebbe essere sorto il dubbio che le dirigenze locali della coalizione stiano percorrendo un itinerario di disubbidienza. Cosa riprovevole, che al Cavaliere potrebbe far perdere quei pochi capelli senza radice.
Riascoltiamolo: “Ho sempre dovuto tener presente, da Presidente del Consiglio, il fatto di non poter far cadere il governo, e quindi la coalizione, perché in questo modo avrei decretato la successiva, sicura, certa vittoria della sinistra. Perché? Perché se una squadra, che ha ricevuto dagli italiani il mandato a governare 5 anni, implode e non riesce a stare insieme, come può, come può rivolgersi poi agli elettori, la volta dopo, necessariamente la stessa squadra, chiedendo ancora la fiducia per governare, quando non si è stati capaci di portare a termine il mandato?”
Qualcuno dovrebbe avvisarlo. A Varese è successo esattamente questo. Ed ora l’errore di ripresentare la squadra, come se nulla fosse accaduto sotto le aquile di Palazzo degli Estensi con l’esperienza Fumagalli, potrebbe davvero rivelarsi fatale. Forse è troppo tardi. In ogni caso, nessuno potrà dire che il Capo non li aveva avvertiti.
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