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I candidati sporcaccioni possono essere puniti, eccome…

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23 Maggio 2006

Letto il consueto brillante Post – it di Claudio Del Frate, desideravo puntualizzare sull’argomento al solo fine di smentire l’affermazione secondo la quale non vi sarebbe norma che punisce gli autori di siffatto poco edificante comportamento(intendo quello di affiggere selvaggiamente faccioni vari in spazi non allo scopo destinati).
Le norme ci sono, eccome.
La Polizia Locale potrebbe agire in forza del Codice della Strada per quanto attiene all’imbrattamento della segnaletica stradale; in forza di Regolamento di Polizia Municipale per quanto attiene all’imbrattamento dell’arredo urbano; in forza delle disposizioni della Legge elettorale per l’abusiva occupazione di spazi ad altri riservati, comminando agli autori le sanzioni previste.
Peccato peraltro che, se non erro, la Finanziaria 2005 stabiliva al riguardo che non si potessero “punire” i “faccioni”, o i Partiti di riferimento, ma solo ed esclusivamente gli attacchini colti sul fatto…. ovvero nell’intento di affiggere manifesti in luoghi, tempi e modalità non rispettose delle varie normative…. Vorrei tanto sbagliarmi.
Per il resto condivido le opinioni espresse da coloro che ancora si “scandalizzano” per siffatti gesti di maleducazione e mancanza di rispetto per la comunità, ed i suoi beni, messi in atto da coloro che ardono dal desiderio di amministrarci.
Non mi piacciono i “faccioni” ed i tromboni vari, nè tantomeno vorrei vederli sedere sui banchi del Consiglio Comunale.
Ho sempre pensato che chi è disposto a mettere il proprio faccione in luoghi impropri, sia altrettanto disposto a metterci qualsiasi altra cosa(ovviamente mi riferisco ad oggetti di arredo urbano di discutibile gusto e non certo a differenti parti anatomiche).
Ma tant’è, la minoranza che ancora pensa che l’educazione civica sia un “must” e non un “optional” è destinata a sicura e prossima estinzione dal “faccione” per eccellenza, ovvero la terra.
Largo quindi ai faccioni, a noi resta la consapevolezza espressa da chi già aveva visto lontano allorchè coniò la famosa locuzione “o tempora o mores”.
Cordialità

Giulio Moroni

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