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Il circolo vizioso di Monti

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16 Novembre 2011

Egregio direttore,
 
   dicesi circolo vizioso (o diallelo) un ragionamento in cui la premessa viene scambiata con la conseguenza e viceversa. Classico esempio di circolo vizioso è il seguente ragionamento: Dio esiste perché lo afferma la Bibbia e la Bibbia è parola di Dio.
 
   Orbene, mi chiedo che cos’altro sia il governo Monti se non l’equivalente, in politica, di ciò che in logica è un circolo vizioso. Un governo che dovrebbe combattere la crisi economico-finanziaria comprende, oltre all’uomo di Goldman Sachs, cioè lo stesso Monti, un banchiere come Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico, cioè un esponente di primo piano di quel mondo che è la causa della crisi finanziaria. Mentre in altri paesi capitalistici i banchieri dettano le linee dei governi, ma non sono nominati ministri dei governi stessi, in Italia, il paese in cui un imprenditore di successo è stato a lungo presidente del Consiglio, i massimi responsabili della crisi finanziaria non solo ne sono, al contempo, i massimi beneficiari, ma vengono addirittura premiati con la nomina a ministri del governo (= berlusconismo senza Berlusconi).
 
   Ma non basta. “Milano Finanza” ha recentemente riferito che “sui mercati si è diffusa la voce che sia stata Goldman Sachs a innescare le vendite di Btp italiani”.
Goldman Sachs è la più grande banca d’affari al mondo e ha diretto numerosi processi di privatizzazione, il che ne fa naturalmente la capofila della speculazione sui titoli del debito pubblico. Ebbene, il prof. Mario Monti, che è stato vicepresidente di Goldman Sachs, è stato ora incaricato, come presidente del Consiglio, di formare il nuovo governo. Non è difficile concluderne che gli equilibri politici in Italia sono fortemente influenzati da una banca statunitense. Un altro esempio di circolo vizioso.
 
   Ma non è ancora finita. Il ministro della Difesa è l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, ossia un alto esponente dello Stato Maggiore delle Forze Armate, presidente del Comitato militare della Nato, cosa, questa, che è in totale contrasto con la prassi costituzionale del nostro Paese, la quale prevede il controllo della politica sulle Forze Armate e non il contrario. A questo punto, non è esagerato affermare che quello di Monti, piuttosto che un “governo tecnico”, sembra un governo con tratti cileni e statunitensi (“golpe” + “Chicago Boys”). Col pretesto dei “tecnici” si militarizza il ministero della Difesa e si fanno ulteriori cessioni della sovranità italiana alla Nato.
 
   Tornando al circolo vizioso tra “governo tecnico” e crisi finanziaria, si può affermare, in conclusione, che gli attacchi della speculazione ai titoli del debito pubblico italiano non hanno niente a che fare con le dimensioni del debito stesso, hanno ben poco a che fare con i cosiddetti “fondamentali” della nostra economia (“fondamentali” che non risultano peggiori di quelli dei nostri principali partner europei) e sono mossi, in ultima analisi, dalla convinzione che un “governo tecnico”, guidato, per sovrappiù, da un uomo che ha lavorato per le organizzazioni che dirigono la speculazione, realizzi evidentemente un programma di politica economica conforme agli interessi della speculazione stessa. Che altro dire, a questo punto, se non che il dominio del capitale finanziario multinazionale sulla politica nazionale è assoluto e completo?
Enea Bontempi

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