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Il fattore S

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26 Maggio 2006

Caro direttore,

siamo finalmente in vista del traguardo di questa lunga campagna elettorale. Finalmente arriva il tempo di riflettere, di valutare, di guardare al passato più recente, di rammentarsi di chi ha governato o “non governato” e di tirare le somme.

Mi sono accorto, caro direttore, che l’alfabeto della politica ruota attorno ad una sola lettera, attorno ad una consonante per essere precisi. E’ il “fattore S” che può fare la differenza. Mi spiego meglio. Per esempio la Sanità (che significa soprattutto una moderna cittadella della salute), la Solidarietà (che vuol dire aiutare i più deboli, gli anziani, gli immigrati, i disabili, quelli che faticano ad arrivare a fine mese), la Scuola (che vuol dire un rapporto più organico con l’università, che vuole dire mense, asili, una politica per le giovani generazioni), i Servizi (i parcheggi, il verde, le infrastrutture che tengano conto anche dei bisogni delle nostre piccole e medie aziende impegnate in una battaglia sul mercato globale che non ammette tentennamenti e incertezze, una maggiore attenzione ai quartieri e alle piccole cose fondamentali come le strade, gli impianti di illuminazione, la rete fognaria).

La Sicurezza (che vuol dire vigili, agenti e carabinieri per le strade, videosorveglianza, più controlli e, qualche volta, anche più Severità), lo Sviluppo (che significa ridare un ruolo importante a Varese, città capoluogo, e studiare con la città, le categorie, le imprese, il sindacato un percorso che ponga le basi per un futuro che in questo momento appare sin troppo incerto), lo Sport (quello pulito, quello vero, quello che punta sui giovani e sulla passione autentica. In questo caso significa curare gli impianti, stadio di Masnago compreso, recuperare strutture esistenti, ma troppo spesso dimenticate, creare nuove occasioni).

Lo Spettacolo (coniugato con la cultura che vuole anche fare impresa, con l’ospitalità, con l’arte, con il potenziamento del turismo. Spettacolo e Svago per dare vita ad un grande evento, ad una manifestazione, un festival, una rassegna che superi i confini cittadini, che segni finalmente una svolta e che possa anche valorizzare l’impegno e il lavoro di decine e decine di associazioni che già si spendono per la città).

Varese e la politica hanno bisogno poi di Serietà (già cominciare il cammino tappezzando la città di manifesti abusivi mi pare un pessimo segnale), di Sobrietà, di Stile, senza inutili Sprechi di risorse e di intelligenze. Poi, caro direttore voglio esagerare, c’è bisogno anche di Sognare un po’. Senza paure, senza imbarazzi. Pensando soprattutto ai bambini, ai ragazzi, a quelli che sono arrivati qui partendo da molto lontano.

Caro direttore mi rendo conto anche che se uno vuole davvero lavorare per la città, per la gente, per la comunità, per costruire qualcosa adesso c’è bisogno di ascoltare, di capire, di studiare. C’è bisogno di Silenzio, siamo in vista del traguardo e, ne sono certo, Varese saprà tagliarlo nel migliore dei modi.

Franco Tettamanti candidato al consiglio comunale di Varese nella lista dei DS

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