Incidenti sul lavoro, parola d’ordine: più informazione e formazione
26 Aprile 2006
Dopo aver letto l’interessante intervento di Pavanello, mi preme sottolineare alcune considerazioni che penso debbano far parte di una seria ed approfondita riflessione sulle morti sul lavoro.
E’ vero, dà anche a me l’impressione che la sicurezza faccia soprattutto “comodo” ai consulenti ma, allarghiamo la conoscenza.
Prima di tutto, penso che una volta per tutte bisogna sottolineare il fatto che i lavoratori “subiscono” questo processo trovandosi a valle del processo.
Quando i lavoratori vengono coinvolti quali soggetti protagonisti come previsto dal dlgs. 626 del 1964?
Andiamo a considerare le principali inadempienze in materia di sicurezza: sono quasi tutte quelle previste dai decreti del 1955, 1956 sia per l’industria che per l’edilizia che in particolare “vanta” un ragguardevole primato di ca. 200/230 morti negli ultimi quattro anni! Il cittadino comune è al corrente di queste cifre?
Attenzione non avete letto male, sono disposizioni di 50, 51 anni fa!!
Vogliamo parlare della precarietà dei rapporti di lavoro?
Vogliamo parlare della mancanza della “cultura” della sicurezza?
Ci sono anche fondi messi a disposizione dall’inail per adeguare con poca spesa le proprie imprese.
Quanti datori di lavoro ne sono a conoscenza?
Non vorrei tediarvi su una materia che fa parte del mio lavoro quotidiano, ma, tentiamo di parlarne di più, facciamo capire l’importanza di tornare regolarmente a casa la sera dopo essere usciti “solo” per recarsi al lavoro!
E non mi si dica che con maggiori sanzioni si potrebbe risolvere il problema:
le ultime e restrittive sanzioni del codice della strada non hanno certo fatto abbassare incidenti e morti.
Cosa fare in concreto: parlarne, informare, rendere la materia sicurezza importante quale un compenso economico.
Con le scorciatoie non si arriva da nessuna parte, senza formazione e informazione non ci si salva la vita.
ps. Vi lascio con una massima di aristofane, filosofo greco:
FORMARE GLI UOMINI NON E’ COME RIEMPIRE UN VASO, E’ ACCENDERE UN FUOCO!



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