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Israele: i confini del 1967

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22 Maggio 2011

Oggi, domenica 22 maggio, abbiamo ascoltato il discorso del presidente Obama all’associazione ebraica degli Stati Uniti.
Se ho ben capito, il presidente – che evidentemente era stato frainteso – ha chiarito che sui confini del 1967 la sua posizione è praticamente quella del suo predecessore George W. Bush.
Provo a documentarmi…

I confini del 1967 erano quelli dello Stato di Israele con i Paesi arabi fino alla vigilia della Guerra dei Sei giorni (5-10 giugno 1967).
Per comprendere l’intricata questione è necessario ritornare indietro, almeno al 29 novembre 1947, quando l’Assemblea generale dell’ONU approvò un piano che prevedeva la costituzione di uno Stato ebraico e di uno Stato palestinese, con Gerusalemme affidata per dieci anni ad una amministrazione internazionale.
I Paesi arabi respinsero il piano dell’ONU e il 14 maggio 1948 Egitto, Libano, Giordania e Siria invasero il nuovo Stato di Israele, che vinse il conflitto.

Nel 1956 scoppiò la crisi del Canale di Suez, l’Egitto chiuse lo Stretto di Tiran, vitale per Israele che occupò provvisoriamente il Sinai e la Striscia di Gaza.
La crisi si spostò soprattutto al confine settentrionale della Siria e si giunse così fino al 1967.

I confini del 1967 erano, nella parte centrale di Israele, estremamente precari: la distanza dal mare si riduceva – a nord di Tel Aviv – a soli quindici chilometri.
Intanto la crisi si acuì pericolosamente: l’Egitto occupò il Sinai, chiuse lo Stretto di Tiran, bloccò il porto israeliano di Eliath.
I Paesi arabi concentrarono truppe ai confini di Israele, complessivamente 547.000 truppe, 2.504 carri armati; 967 aerei da combattimento.
Le forze di Israele: 264.000 truppe, 800 carri, 300 aerei.

Il 5 giugno l’aviazione israeliana distrusse al suolo gli aerei egiziani, in sei giorni l’esercito conquistò il Sinai, la Striscia di Gaza, la Cisgiordania con Gerusalemme, le alture del Golan.
La risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU enunciò – 22 novembre 1967 – i principi per la pace, ma gli Arabi negarono ogni riconoscimento di Israele.

Sei anni dopo, sabato 6 ottobre 1973, festività del Yom Kippur, gli Arabi scatenarono una nuova offensiva. Israele fu colto di sorpresa, ma reagì e il 15 ottobre Ariel Sharon varcò il Canale di Suez, si attestò sul territorio egiziano minacciando direttamente Il Cairo. Al Nord l’esercito israeliano giunse a soli 40 chilometri da Damasco.

Da questa breve e incompleta storia dell’epopea di Israele risulta che proporre di ritornare ai confini del 1967 sarebbe follia: così pareva avesse progettato il Presidente Obama: avevamo frainteso!
Valgono invece gli impegni del Presidente Bush, e l’amicizia con Israele e la sua sicurezza restano cardini della politica americana: forse che gli Stati Uniti d’America non sono il katechon del nostro tempo?

Cordiali saluti
ulderico monti

(Sul concetto di katechon rimando alla Seconda lettera ai Tessalonicesi di Paolo di Tarso e a Carl Schmitt).

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