L’insensata ed ostinata defascistizzazione del Fascismo
7 Ottobre 2012
Caro direttore
Come ho scritto nella precedente lettera, l’equivoco tutto italiano sul Fascismo è quello che esalta le realizzazioni del regime,ma si dimentica totalmente del carattere di dittatura che ebbe. Le precisazioni del Sig Ruggiero che rispolverano addirittura la battaglia del grano,la dicono lunga su questa operazione che è intellettualmente fraudolenta. Anche Hitler sviluppò in Germania un progetto scientifico volto a debellare il cancro. Mengele si riteneva uno scienziato,e aveva a disposizione i deportati per le sue ricerche. Questo dovrebbe servire a diminuire il peso dei crimini storici di quel regime ? Lo ribadisco,Renzo de Felice ed Emilio Gentile hanno scritto ottimi saggi che dovrebbero aver chiarito una volta per tutte quello che fu realmente il regime fascista. Tutto il resto,le realizzazioni per il quale il fascismo viene ricordato che assumono spesso i connotati del mito,sono fascinazioni. Ruggiero parla di industria italiana prospera sotto il regime.Quella stessa industria che sia per ragioni contingenti (le sanzioni),che per spirito di speculazione forniva scarpe di cartone e carri armati di latta ai soldati al fronte. Le responsabilità storiche del regime ci sono,palesi,acclarate. Ma sempre più spesso si esercita questo esercizio di revisionismo straccione,quello che portò l’ex premier a coniare l’ardita similitudine che vedeva il confino come un soggiorno di vacanza. I revisionisti sono semplicemente affascinati da questa opera di beatificazione postuma di un regime,del quale riescono a vedere solo gli aspetti esteriori. Possono placare la loro ansia con i filmati dell’Istituto Luce,oppure dedicarsi a discussioni di ore sulla bontà degli armamenti italiani (esempio lampante i carri armati scatoletta M 13/40 contrapposti agli Sherman per esempio). Tutto questo contribuisce a rinverdire questo mito e questa fascinazione,che non ho dubbi si ripresenterà puntualmente in primavera,quando per l’ennesima volta qualche bello spirito salterà fuori dal cesto per proporre l’abolizione del venticinque aprile. Io li lascio divertire,ai bimbi non va mai tolto il gioco preferito,altrimenti fanno i capricci. E sono troppo bimbi per avere un minimo di senso critico. La favola del Duce buono,amico degli operai,razzista riluttante ancora li culla. E quindi non svegliamoli da questo loro sonno. Restiamo vigili,ricordando le parole di Primo Levi,che tra i primi scrisse sul filo rosso che unisce il Fascismo al campo di Auschwitz.
Cordiali saluti.



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