L’invasione dell’ambrosia
9 Luglio 2009
Da qualche anno, solitamente alla metà di luglio, la mia estate è caratterizzata da rinite, starnuti, naso gocciolante, fastidio agli occhi e lacrimazione che spesso si trasforma in brevissimo tempo in congiuntivite “fulminante”. Per non parlare della sensazione di naso e orecchie chiusi e la conseguente “testa sott’acqua”.
Un paio di anni fa ai primi di ottobre stavo ancora malissimo. Starnutivo e lacrimavo per giornate intere e di notte un peso all’altezza dello sterno mi impediva il sonno facendomi respirare a fatica, così mi decisi a consultare l’allergologo.
Il prick – test (piccole, indolori, punzonature all’interno dell’avambraccio che depositano sulla cute le più note sostanze allergizzanti) diede il suo verdetto: diverse allergie ai pollini, ma una sopra tutte, tanto che il braccio si gonfiò in pochi secondi ed ebbi strascichi anche la sera ed il giorno seguente. AMBROSIA!
Il medico specialista allergologo e pneumologo, mi spiega che ne siamo circondati, specie nelle provincie di Varese e Novara intorno alla Malpensa, e che il numero degli allergici cresce ogni anno perché questa pianta è altamente infestante e i suoi pollini leggerissimi si disperdono per chilometri nel vento. L’allergia da Ambrosia si evolve molto frequentemente in asma, diventando così una “patologia sociale”, che ha mosso gli Enti Pubblici a prendere provvedimenti per arginare la diffusione della pianta. Provvedimenti che, anche nei casi in cui vengono applicati, spesso si rivelano inutili.
Perché? Gli allergologi, soprattutto nella nostra zona così infestata e allergizzata, non hanno dubbi: estirpare e non sfalciare… anche perché, come accade, se le piante sfalciate vengono abbandonate sul luogo, il loro polline continua a volare e le piante possono ancora riprodursi.
Qualche anima verde potrà pensare “povera piantina”: bene, vi dirò che l’Ambrosia non rappresenta cibo per nessun animale (che anzi la evitano) e neppure per nessun insetto perché anemofila, ossia usa il vento per l’impollinazione.
Il polline viene prodotto in grandi quantità durante il periodo di fioritura che nelle nostre zone ha inizio a partire dal mese di luglio.
Questa pianta è originaria del continente nordamericano ed è una pianta pioniera. Tale caratteristica favorisce il suo insediamento in aree dove la vegetazione originaria sia stata rimossa dando origine a zone incolte, sotto i 500 metri di quota: margini di campi, bordi stradali, sedi ferroviarie, cantieri edili e aree abbandonate in genere.
L’Ambrosia germina con inizio dal mese di maggio; la fioritura è stimolata da condizioni di giorno corto e ha luogo nelle nostre zone a partire dal mese di luglio, e raggiunge il suo massimo di fioritura nel mese di agosto.
Per gli allergici, il periodo peggiore va da metà agosto ai primi di ottobre. Ci si difende con antistaminici orali o locali, come colliri o gocce nasali, e ci sono alcuni accorgimenti, non sempre pratici nella calura estiva : di notte è preferibile tenere le finestre della camera chiuse, così come i finestrini dell’auto durante gli spostamenti. Raggiungere il mare o la montagna appena si può, e se si rimane in città nel periodo della sua fioritura evitare di stare all’aria aperta al tramonto o alla mattina presto perchè è il momento di massima attività d’impollinazione.
La specie più diffusa è l’Ambrosia artemisiifolia , caratterizzata dalla eccezionale capacità di produrre polline e quindi allergie: si è calcolato che una pianta di Ambrosia possa produrre più di un miliardo di granuli di polline. Inoltre recenti studi sottolineano che l’Ambrosia produce adesso il doppio dei pollini che produceva cento anni fa e tutto questo pare sia dovuto all’aumento dell’anidride carbonica nell’aria. Ne siamo circondati, dice l’allergologo, ma non è facile riconoscerla: la specie più vistosa è la vergadoro , che solitamente viene incolpata per le allergie. In realtà ha solo un bel fiore giallo a grappolo che sboccia circa durante lo stesso periodo, ma è innocente, perché è entomofila, impollinata dagli insetti. Il suo polline è pesante e appiccicoso e non si può sollevare in aria.
L’allergia è una reazione del nostro corpo ad agenti diversi che in qualche modo “lo irritano”, e spesso si presenta inattesa, in tarda età, o scompare senza particolari cure farmacologiche. L’importante è contrastarla al momento, prevenirla (in alcuni casi si può), se possibile evitare le sostanze che la provocano (in quelle alimentari o da contatto). Nel caso dei pollini evitarla è impossibile… che dire? Etciù!
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