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La battaglia sulla Tav, conoscere e capire le ragioni dell’altro

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23 Gennaio 2006

Carissimo Direttore,
rinnovandoti i complimenti per il tuo “quotidiano telematico”, ti scrivo per invitarti ad accogliere il mio appello per approfondire una questione che, a mio avviso, il tuo giornale ha trattato poco.
Mi riferisco alla T.A.V..
Ho apprezzato moltissimo il tuo editoriale di qualche giorno fa intitolato “se la tav si facesse in svizzera…” dove tu ribadisci l’importanza del coinvolgimento delle popolazioni interessate e dove affermi con forza che “tutto questo in un paese serio e democratico non è accettabile” ma questo ho visto che non ha suscitato coinvolgimento e condivisione.
Il mese scorso, per “capire”, come da sempre ribadiscono Paolino Rossi e Gad Lerner, mi sono recato con mia moglie a Venaus.
Ho trovato un presidio un po’ asettico, eravamo dopo la settimana del “pestaggio”, l’area era stata posta sotto sequestro e nel pomeriggio avrebbero discusso le proposte del governo, e quindi non ho potuto cogliere fino in fondo il sentimento, le ragioni, le indicazioni dei presidianti.
Dai pochi volantini che sono riuscito a recuperare, si evincono con chiarezza le ragioni che tu hai riportato nel tuo editoriale, ma soprattutto sono emerse alcune informazione che, spero, non possano e non debbano essere superiori rispetto all’impegno dei comitato contrari alla realizzazione del tunnel.
Le informazioni, peraltro confermate dal direttore Mieli nel corso di una puntata di Ballarò, sono che il tratto francese è stato appaltato al fratello del ministro (mi rifiuto d’indicare nostro!) delle infrastrutture Lunardi, mentre il pezzo italiano è stato appaltato ad una società che, purtroppo, fa parte delle divenute famose “cooperative rosse.
Un dettaglio, a mio avviso non trascurabile è che a Venaus sono presenti anche due centrali idroelettriche sul territorio comunale che gli esperti reputano “compatibili” con l’ambiente.
Scambiando, poi, quattro chiacchere con un ristoratore di un paese più sopra, ho saputo che il materiale estratto contenente amianto/asbesto ed uranio, sarà trasportato grazie a delle teleferiche nel comune soprastante di Montecenisio.
Ora, dopo questa doverosa presentazione, vengo, attraverso qualche altra riflessione a ratificarti la mia proposta.
Varese, notoriamente refrattaria a coinvolgimenti, a prese di posizione, ha estremo bisogno di confrontarsi, di discutere, di coinvolgere i propri cittadini su tematiche così importanti dove la partecipazione diretta della popolazione può portare quel salto di qualità nella ricerca di una soluzione di un problema così delicato.
Non voglio entrare nel merito della necessità o meno dell’opera, ma se tante persone per tanti anni si muovono, è dal 2000 che i comitati sono attivi, questo sforzo merita visibilità e conoscenza da parte di tanti altri cittadini anche se non coinvolti direttamente alla problematica.
Perché Varese si deve attivare?
In questo periodo, dedicato principalmente alla ricerca degli uomini e degli assetti giusti per il governo della città, una presa di coscienza, una maggiore informazione, un maggiore coinvolgimento possono aiutare a trovare quelle modalità per far partecipare in modo diretto i cittadini nelle scelte più giuste per il governo futuro della città.
L’abitudine a discutere, a conoscere fatti e persone così distanti ma nel frattempo così vicini per il bene comune , non può che aiutare a capire meglio ma soprattutto a sentirsi protagonisti attivi del proprio futuro.
Sono convinto che il tuo giornale possa facilitare questo processo ed aiutare la comprensione, organizzando un incontro pubblico, dopo magari un forum, dove possano partecipare persone che conoscono le problematiche legate alla tav.
Grazie ad alcune conoscenze, mi hanno confermato che potremmo avere la presenza di Anotonio FERRETINO che è il Sindaco Valsusino coordinatore del movimento.
Ci potrebbe essere anche il coinvolgimento del geologo Luca Mercalli (che tempo che fa, rai tre) che è impegnato personalmente e che ho potuto apprezzare dopo vari incontri estivi e anche attraverso il suo libro “I TEMPI SONO MATURI”.
Potrebbero uscire riflessioni interessanti che potrebbero migliorare la nostra conoscenza su un problema che non può essere solo loro.
Poi, se dovesse arrivare anche qualche vecchio valsusino “anarchico insurrezionalista novantenne” come li definisce Beppe Grillo, non potrà che migliorare la nostra comprensione.
So che il tuo giornale, la tua redazione i nostri amici di Varesenews si augurano questo cambiamento!
Sono a disposizione per il contatto ed incuriosito di conoscere il pensiero di quanti vorranno “perdere tempo” per qualche riflessione su questo argomento.
Hasta!!!!!!!!!

Elio Rimoldi

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