La devoluzione e le falsità dei Ds
15 Febbraio 2006
Cari DS, con la vostra risposta (http://www3.varesenews.it/saronno_tradate/articolo.php?id=41770), confermate solo di essere in malafede oppure
di ignorare la questione del Federalismo. In malafede, poiché invece di motivare concretamente la vostra avversione per una forma di democrazia federale, preferite rispondere con insulti contro il governo. Evidentemente
non avete argomenti validi da presentare per una discussione proficua. Se non siete in malafede allora ignorate le cose. Come si fa infatti a sostenere che il Federalismo escluda qualcuno o porti via dei diritti? Il Federalismo è un’organizzazione della Repubblica che riconosce tutti i diritti naturali degli individui ed in più anche quelli dei popoli e delle Comunità Locali. Dire il contrario significa sostenere che svizzeri, statunitensi ed il 40% della popolazione mondiale che ha scelto il federalismo come forma di governo, siano tutti pazzi, razzisti, anti-democratici o anti-solidali. Svizzera e Stati Uniti sono le più grandi e stabili democrazie del mondo proprio perché sono repubbliche Federali.
La Devoluzione, primo passo verso un vero federalismo, ed in generale la Riforma della Seconda Parte della Costituzione modifica solo l’organizzazione dello stato e non intacca i valori della Repubblica, bensì promuove finalmente le autonomie locali, realizzando quanto previsto dal mai applicato articolo 5 della Costituzione del 1948.
Durante la Resistenza il 19 dicembre 1943 partigiani padano alpini affermarono nella Carta di Chivasso (alcuni di loro furono uccisi per questo) che “il federalismo” avrebbe garantito tutti i “diritti individuali e collettivi e” avrebbe rappresentato “la soluzione del problema delle
piccole nazionalità” (…) “garantendo nel futuro assetto europeo l’avvento di una pace stabile e duratura”.
I firmatari della Dichiarazione erano altresì convinti che solo “un regime federale repubblicano a base regionale
e cantonale” avrebbe reso impossibile “un ritorno della dittatura”, che “trovò nello stato monarchico accentrato italiano lo strumento già pronto per il proprio predominio sul Paese”. La Lega riprende queste idee della Resistenza e le vuole applicare nel futuro assetto costituzionale della
Repubblica.
Sostenere che con la Devoluzione non vi saranno soldi per le regioni povere è una falsità. Oggi tutti i soldi vengono presi da Roma e spartiti in base a criteri clientelari che poco hanno a che vedere con la solidarietà sociale.
Vogliamo continuare così?
Preciso inoltre che la Devoluzione era nei piani del Governo dal 2001 e che siamo stati votati dal popolo per portare a termine questa e altre riforme.
Anche noi per 5 anni abbiamo cercato un dialogo con voi sulla questione del federalismo, ma il dialogo non è stato accettato. Ad esempio anche solo nel Consiglio Comunale di Saronno, ci sono stati consiglieri comunali di sinistra che hanno dichiarato che con la Lega non può esserci dialogo, a
prescindere. Se questa è la vostra idea di dialogo e di stato democratico, allora siamo a posto… Stiamo inoltre ancora aspettando i carri armati che Violante, vostro
ministro, ha minacciato di scatenare contro l’inerme popolazione padana che nel 1996 protestava democraticamente sulle rive del Po per ottenere il giusto riconoscimento della propria identità locale, ancora oggi negata
dallo stato centralista in spregio alla Costituzione. Se era questa la vostra idea di confronto democratico nella Bicamerale, allora non ci siamo proprio.
Solo con il Federalismo vi sarà unità nella diversità. Infatti il decentramento dello Stato unitario consentirà di mantenere un legame tra Comunità Locali che, in assenza di un’organizzazione federale, troverebbero insopportabile il vincolo unitario.



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