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La questione energetica è un problema da risolvere …. “Ieri”

gas metano
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1 Settembre 2022

Da parecchi mesi ed in particolare dall’avvio della guerra russo-ukraina nel nostro paese si è via via accentuato il problema dell’approvvigionamento energetico da parte delle imprese e delle famiglie, raggiungendo livelli insostenibili già da alcuni mesi come si evince dalle “Bollette” mostruose mostrate in svariate trasmissioni televisive da imprenditori (dal produttore campano di passata di pomodoro al piccolo pasticcere) e cittadini comuni. E’ del tutto evidente che questi costi, spesso quasi decuplicati, siano assolutamente insostenibili, specialmente dalle imprese che saranno costrette, per sopravvivere, ad aumentare fortemente il costo finale dei loro prodotti con riflessi sulle vendite che, in tempi solo un poco più lunghi, si ritorceranno ancora sulle medesime con il medesimo risultato finale della loro verosimile chiusura.

La decimazione delle imprese avvenuta con la crisi finanziaria prima e la pandemia subito in uscita da quest’ultima, evidentemente, non è bastata. C’è ragionevolmente da chiedersi se ci sia una regia dietro tutto ciò o semplicemente la sfortuna. Di certo un’altra ecatombe di imprese non è più sostenibile nel nostro paese  se non si vuole mettere a rischio l’intero sistema economico – sociale già abbastanza sgangherato.

Riguardo le famiglie ed i singoli cittadini, poi, ci sarà obiettivamente da attendersi un’insurrezione generale nel momento in cui non si potranno accendere i riscaldamenti (ormai in gran parte obbligatoriamente a metano grazie alla scelta scellerata di puntare su di un solo combustibile) insieme agli elettrodomestici se non addirittura le lampadine di casa costringendo le fasce meno abbienti a tornare al lume di candela, sempre che di candele ne esistano ancora …. a sufficienza ed a lavare i panni nei lavatoi (almeno nei paesi dove ancora esistono benché asciutti o abbandonati) o nei corsi d’acqua della grandi città : Arno, Tevere, navigli di Milano…. .

Veniamo ai due imputati maggiori : gas metano ed energia elettrica tralasciando il caso del petrolio che, vedendo la Russia, come produttore importante ma non determinante sul mercato mondiale pare essere rientrato in range di prezzo ragionevole e con esso i prezzi di benzina e gasolio anche se ci sono stati e permangono, anche in quel caso, delle speculazioni inaccettabili oggi solo attutite dalla riduzione delle accise (ma fino a quando?).

Per quanto concerne il gas metano, l’avvio delle ostilità da parte della Russia, le conseguenti misure economiche adottate dai paesi occidentali e le contromisure intraprese da Putin tramite i produttori siberiani hanno ovviamente determinato (essendo la Russia forse il maggior produttore al mondo di questo idrocarburo) un deficit di offerta sul mercato rispetto alla domanda con conseguente aumento del prezzo di questo bene. Ovviamente paesi come il nostro, maldestramente governati ormai da quasi tre decenni, in modo particolare sul fronte del sistema energetico, senza una strategia energetica nazionale razionale e lungimirante, senza un equilibrato e saggio intreccio di forniture di metano (giusto per non dipendere da un solo soggetto che, se reso “Suscettibile” può sempre chiudere il rubinetto, come di fatto sta accadendo), finiscono col ritrovarsi in seria difficoltà come stiamo vedendo da parecchie settimane. In questo caso, stranamente, ci troviamo in buona compagnia insieme ad uno stato come la Germania generalmente governato, almeno negli ultimi settant’anni, da politici che  han sempre fatto gli interessi generali della loro società anziché quelli loro particolari.

Il caso del metano e del suo prezzo resta, quindi, di non facile soluzione fatto salvo le perplessità sulle modalità di formazione del suo prezzo che, francamente pensavo dipendesse essenzialmente dal rapporto diretto del nostro paese con i vari fornitori, mentre pare che si formi su un unico mercato secondo regole sconosciute (almeno al comune cittadino) probabilmente ben confezionate con imbrogli di vario genere che finiscono col l’arricchire i soliti furboni a discapito della collettività (in questo caso la collettività dell’intera Europa). Spetta in questo caso alla politica intervenire (anzi avrebbe dovuto intervenire già da parecchie settimane) per salvare la situazione ed impedire speculazioni vergognose se non addirittura illegittime.

Riguardo l’energia elettrica occorre, a mio parere, fare altri ragionamenti fatta salva la colpevolezza dei nostri apparati politico – burocratici riguardo i tantissimi progetti eolici, idroelettrici, geo-termici, da biomasse, fotovoltaici o da solare termico “Innovativo” (tutti da fonti rinnovabili) che giacciono ancora sulla carta invece di essere produttivi da anni (personalmente ho seguito progetti per quasi 100 MW senza vedere risultati e con investitori europei che hanno lasciato il “Bel paese” scuotendo, come si sul dire, la povere dalle scarpe dalla disperazione di non aver visto alcun risultato a fronte di notevoli investimenti finanziari propinati).

Nel corso di una delle tante trasmissioni televisive serali sull’argomento ho sentito affermare da un giornalista specialista della materia come il prezzo dell’energia elettrica a livello nazionale sia calcolato sulla base del prezzo di produzione più elevato o, quanto meno, facendo riferimento a tali costi (infatti le produzioni da nuovo idroelettrico, eolico e fotovoltaico, erano supportate da un incentivo garantito dal GSE dato il maggior costo di produzione rispetto ai metodi tradizionali da fonte fossile.

Questo meccanismo, prima degli incrementi vertiginosi del prezzo del gas metano, serviva a detta del giornalista per favorire gli investimenti dei privati nel settore, specialmente in quello delle energie da fonti “Rinnovabili”, escludendo, tuttavia, i privati cittadini piccolissimi produttori con i loro micro impianti fotovoltaici cui viene riconosciuta una cifra sul surplus di produzione che è un decimo di quella che poi paga per l’approvvigionamento, mentre lo scambio dovrebbe essere alla PARI (tanto pago io, tanto mi paghi tu). Un altro schifo cui occorre mettere immediatamente rimedio se si vuole, come auspicabile, che centinaia di migliaia di italiani investano su produzioni fotovoltaiche casalinghe ancor ché beneficiari di contributo al 50% (a cominciare dal sottoscritto).

Tornando all’argomento principale, sarebbe stato ovvio, almeno a me pare così secondo semplice logica, che, superata una certa soglia del prezzo del gas, vista l’impossibilità di frenarne o bloccarne l’incremento vertiginoso, si sarebbero dovute fermare le centrali turbo gas per non devastare gli utenti finali a cominciare dalle imprese ma senza dimenticare i poveri cittadini che di tutto questo non sanno e/o non capiscono nulla.

Certo direte voi …. e la potenza globale installata nel paese dove sarebbe andata a finire ? Sarebbe mancato circa il 40% di produzione energetica e quindi stop a fabbriche ed imprese varie.

Dai dati che ho rintracciato sul web (digitare su google : potenza elettrica installata in Italia nel 2021 ed elenco centrali elettriche elettriche in Italia) risulta che la potenza installata in Italia sia di circa 120 GW (leggasi gigawatt cioè 120.000 MW (megawatt) cioè 120 milioni di KW (chilowatt); di questi al 2021 circa il 60 % prodotti da centrali termoelettriche con un apporto di circa il 40% di quella a gas (in pratica motori che bruciano gas e generano energia elettrica da rotore oltre ad una ulteriore quota di energia elettrica dall’acqua di raffreddamento che diventa vapor d’acqua e fa girare una o più turbine e con riutilizzo finale – nelle centrali più moderne – del calore residuo per fare del teleriscaldamento).

La perdita di potenza sarebbe stata dell’ordine di una quarantina di giga watt, in parte (circa 1/3), possibilmente compensabili con il rientro in esercizio delle centrali termo elettriche “classiche” che Enel aveva disattivato (su ordine politico) ma, fortunatamente, secondo alcune fonti, mantenute ancora nella disponibilità e “Abbastanza” pronte a rientrare in esercizio e, ancora, in parte con il calcolo di altro idroelettrico insieme a parchi eolici e fotovoltaici non compresi nell’elenco indicato ovvero con l’entrata in esercizio di nuovi impianti completati tra il 2021 ed il 2022.

La quota di energia elettrica mancante si sarebbe potuta recuperare sul mercato europeo da eventuali esuberi del settore nucleare ferma restando l’effettiva disponibilità e convenienza economica.

In alternativa si sarebbe potuto introdurre un sistema di razionamento e di razionalizzazione spinta dei consumi, fatto, questo, da non escludersi ed anzi abbastanza probabile, comunque, fin dai prossimi mesi.

Evidentemente la situazione si sarebbe potuta gestire fin dal principio dell’emergenza e, verosimilmente, si può ancora controllare fin da ora : per esempio ricalcolando i costi energetici sulla base di un prezzo “Equilibrato” e tale da non affossare imprese e famiglie, diciamo degli ultimi sei mesi, costringendo le aziende produttrici e la “GIUNGLA” delle società distributrici (vera e propria sciagura dei consumatori piuttosto che inno alla concorrenza) a restituire il “Maltolto” prelevando i fondi dai miliardi di euro di extra-profitti accumulati succhiando il sangue degli italiani.

In alternativa per il prossimo futuro si potrebbe addirittura pensare alla nazionalizzazione delle centrali termoelettriche, che, quindi, non producono da fonti rinnovabili, e che avrebbe una ulteriore motivazione in una logica di programma nazionale di riduzione delle emissioni di CO2 .

La situazione è da ritenersi drammatica ed occorre intervenire immediatamente con strumenti adeguati all’emergenza anche, e forse soprattutto, superando la politica nazionale incapace fino ad oggi e, molto probabilmente anche domani e dopo domani, di dare risposte concrete ed in tempo reale che tengano conto esclusivamente dell’interesse generale della popolazione e delle imprese, pena sollevamenti piazza che potrebbero condurre su strade oscure.

Valerio Montonati

Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    In questi ultimi anni troppi si sono riempiti la bocca di “rivoluzione green” ma pochissimi hanno attuato procedure massive per l’abbandono progressivo delle fonti fossili, procedure che sarebbero dovute partire 10 anni fa in quanto attuabili su tempi medio-lunghi. Pretendere in 2-3 anni di poter fare a meno del gas russo senza aver realizzato una infrastruttura pronta a rimpiazzarlo e non disponendo nemmeno di centrali nucleari non è solo utopistico ma rappresenta un suicidio economico.

    Ci si è concentrati solo su alcuni aspetti come le automobili quando di fatto queste ultime si stanno rivelando come il minore dei mali.
    In California, a causa della carenza energetica, si è emenato un regolamento che impone la temperatura dei climatizzatori a 26 gradi e vieta di ricaricare le auto elettriche a causa dell’elevato assorbimento di corrente. E meno male che siamo negli Stati Uniti con decine di centrali nucleari per la produzione di corrente elettrica.

    I sollevamenti di piazza li avremo sicuramente e molti altri governi Europei cadranno per colpa delle loro azioni scriteriate nei confronti della guerra Russia-Ucraina. Azioni che non hanno tenuto minimamente conto della reazione speculativa dei mercati e della concreta possibilità che la Russia scolleghi di fatto commercialmente l’occidente rivolgendoci al gigante Cinese che ad oggi si sta enormemente avvantaggiando mentre l’Europa a furia di riempirsi la bocca di “democrazia” e “diritti” sta riducendo sul lastrico i suoi stessi cittadini.

    Complimenti per la lettera, condivido a pieno le sue idee.

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