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La vecchiaia, una stagione della vita da vivere

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5 Agosto 2025

Gentile Direttore, sono gia’ stato Suo ospite con l’articolo pubblicato il giorno 8 Aprile 2025 titolato: “dopo la depressione mi hanno salvato……”.

Ho letto in questi giorni il breve, ma denso saggio del card. Scola sulla vecchiaia! Innanzitutto il Presule mette in evidenza che la vecchiaia gli è piombata addosso in modo accelerato e per certi versi inaspettato (cfr.1Ts5,4).

Lo scritto prosegue poi con la descrizione del Suo vissuto in compagnia di questa nuova realtà con sottolineature in gran parte condivisibili ovviamente legate anche alla Sua eminente personalità.
Terminata la lettura mi sono chiesto: come ho vissuto e vivo la mia vecchiaia?

Questo stadio della vita e’ stato per me, più che improvviso, drammatico a causa della terribile e lunga depressione che ho descritto nella lettera al direttore citata.
Uscitone, mi sono ritrovato sostanzialmente cambiato.
Anche in quelle condizioni, infatti, si riflette, ci si pongono interrogativi ed altro ancora; non c’e soltanto la sofferenza.

Mi spiego. Fino ai 70 anni non potevo parlare di vecchiaia per la ragione che la professione (sono avvocato), con i suoi carichi, non induceva riflessioni sull’età della vita, fosse anche la vecchiaia. Dopo circa tre-quattro anni di sofferenza, sono uscito nettamente cambiato, imboccando una fase di vita pacificata, senza il pesante (anche se affascinante) fardello della professione. Ho potuto (e posso) godere la vita familiare, spesso trascurata in passato, ho nettamente migliorato il vissuto spirituale, ho cominciato a godere della ricchezza dell’essere nonno e tanto altro ancora.

Si dice che la vecchiaia porti con se’ il pensiero della morte: non oso affermare che non sia vero, dico però che personalmente finora non è stato così, forse perché la fine l’ho vista da vicino in precedenza!
Mi rende triste piuttosto constatare, attraverso la lettura del giornale, l’assottigliarsi del numero dei parenti, amici, colleghi, persone conosciute che ancora vivono. Penso infatti, con una certa tristezza, a tante esperienze concluse ormai irripetibili (ciascuno di noi è una persona irripetibile) anche se, spesso, istruttive e significative.

Per chi crede, ma anche per coloro che non credono, c’e’ fortunatamente la promessa di Gesù: ”non temere domani sarai con me in Paradiso!”.

Carlo 

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