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L’affare immigrazione

immigrati lampedusa
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11 Giugno 2015

Egregio Direttore

Visto che il tema dell’immigrazione è di così scottante attualità esprimo il mio pensiero di come credo vada affrontato, certamente non è un problema di facile soluzione e che non compete alla sola Italia comunque esempi di come altre nazioni hanno gestito il problema ci sono e riguardano l’Australia, gli Stati Uniti, la Svizzera, e tutti quei Paesi seri governati da politici che fanno rispettare le leggi del proprio paese.
La mia posizione è semplice: respingimento immediato a chi non ha titolo per risiedere salvo essere riconosciuto come rifugiato politico.
Il problema è che con il foglio di via consegnato nelle mani del clandestino dopo aver accertato il suo non diritto a restare non risolve nulla anzi ha inculcato a tutti coloro che vogliono venire in Italia e poi con sotterfugi vari spostarsi in Europa è che sbarcare e restare in questo paese non è un problema serio anzi ti vengono a prendere sotto le coste della Libia, poi il passa parola fa il resto.
Il nocciolo della questione riguarda l’Italia perché questa gente gestita nel modo in cui viene gestita è un’enorme fonte di denaro e di voti, se l’accoglienza viene consapevolmente gestita male diventa un grosso affare per un sacco di individui che si stanno arricchendo con il denaro pubblico sulla pelle di questa gente.
I fatti di Roma dimostrano che gestire male ed in continua emergenza è cinicamente la cosa migliore perché fa comodo alla classe politica e al sottobosco di cooperative bianche e rosse ed imprese fornitrici come i fatti di cronaca ci dimostrano.
Sono sempre più convinto che la disorganizzazione è fatta di proposito perché rende, le lungaggini per identificare i soggetti sono auspicate, più stai nei campi di raccolta più rendi e fai girare l’indotto, senza contare dopo quando successivamente vengono smistati nel territorio dove subentrano altri soggetti economici, il trattato di Dublino paradossalmente è diventato una manna per arricchire un sacco di persone.
Guai se funzionassero i respingimenti finirebbe la pacchia, se invece i soldi che si spendono per questo mangia-mangia di natura politico delinquenziale venissero spesi per organizzare meglio l’identificazione limitando i tempi di permanenza allo stretto necessario e subito dopo caricare i non aventi diritto sulle navi della marina militare per riportarli sotto protezione armata sulle coste della Libia o meglio ancora per motivi umanitari ai loro paesi di origine vedrà che questo flusso si esaurirebbe velocemente dato che si saprebbe in poco tempo che in Italia le cose vengono fatte seriamente anzi si risparmierebbe pure dato che le nostre navi militari già sono adibite a traghetti di soccorso e l’Europa sarebbe più disponibile ad aiutarci.
Ma se ciò avvenisse molti finirebbero di mungere la mucca dell’accoglienza ecco perché alla gente deve arrivare solo un messaggio umanitario distorto e far sentire in colpa chi vorrebbe un paese normale che agisca con serietà e trasparenza.
Sono gli stessi paesi europei che non si fidano dell’Italia e sono restii ad accogliere chi sbarca nel nostro paese perché hanno capito che la nostra strategia dell’accoglienza è gestire la fase dell’emergenza per poi scaricare il problema sociale anche sugli altri paesi.
Il problema purtroppo è come sempre politico e da sempre in Italia le emergenze sono le benvenute grazie a questa classe politica che è una delle peggiori in Europa.
Aurelio

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