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Le cause “caratteriologiche” dei totalitarismi

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6 Febbraio 2013

Egregio Direttore,
   leggo sempre con grande interesse le belle lettere del prof. Romolo Vitelli, col quale mi sento in perfetta sintonia ideale. Così l’ultima del 4/2 scritta per ribattere alle inesattezze o incongruenze storiche (per non dire “falsità”) di un altro lettore.  In proposito inviterei il professore o altri competenti in materia ad approfondire il tema del nazifascismo e di altri totalitarismi oltre che in chiave storico-contestuale anche in chiave “psicologica”, partendo dalla ricerca fatta a suo tempo (nel 1931, quindi prima dell’avvento di Hitler al potere) da FROMM e dalla Scuola di ricerche sociali di Francoforte che previde con anticipo l’affermarsi del nazismo in Germania. E questo sulla base di indagini conoscitive dei fattori caratteriologici e ideologico-religiosi, insiti in ogni politica, oltre a quelli di tipo esclusivamente socio-economico (ad es. il narcisismo, la straordinaria facoltà di suggestione di Hitler, la sua capacità di identificarsi con lo spirito del popolo tedesco, la sua celata “necrofilia”, la sua tendenza sistematica alla distruzione e alla sottomissione del mondo, il suo “darwinismo sociale” per dirla con un termine riassuntivo).
  Spero che qualcuno più esperto di me di queste materie intervenga in questo interessante dibattito, perché se tutti vogliamo che tali tragedie dell’Umanità non abbiano più a ripetersi credo che sia necessario, oltre che mantenere viva la “memoria storica” di quegli avvenimenti terribili, anche cercare di entrare nei reconditi anfratti dell’animo umano per capire le cause che li hanno generati e almeno tentare di neutralizzarle per tempo prima che possano ancora in futuro arrecare danni come nel passato.
Grazie per l’accoglienza

Giovanni Dotti

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