Le mie ragioni per il no al referendum
21 Giugno 2006
Egregio Direttore,
il 25 e 26 giugno verremo chiamati alle urne in occasione del referendum costituzionale confermativo delle modifiche della parte II della Costituzione, questa mia per condividere alcune riflessioni con i lettori. Permettetemi un appello, anzi due, innanzitutto vi invito ad andare a votare, qualsiasi sia la vostra opinione in merito alla cosiddetta devolution, approvata dalla maggioranza di Centrodestra nella precedente legislatura. Il voto, a mio avviso, dovrebbe essere considerato come un diritto di inestimabile valore che la Resistenza ci ha donato, non andare a votare sarebbe un gesto di ingratitudine verso chi ha combattuto per un Paese democratico. Quando mi reco alle urne vedo molte persone anziane, che pur con difficoltà a camminare, non rinunciano a tale diritto-dovere, vedo, invece, pochi ragazzi che si recano al seggio e con tale determinazione. Ho la sensazione, ma spero di sbagliarmi, che molti cittadini stiano sottovalutando l’importanza di questo referendum, che modifica ben 57 articoli della Legge fondamentale dello Stato, modificandone profondamente l’assetto istituzionale. Il mio secondo appello è di votare NO per impedire che la Lega possa incassare la cambiale firmata da Forza Italia a inizio della scorsa legislatura.
La riforma costituzionale approvata a colpi di maggioranza dal Centrodestra attribuisce competenza esclusiva alle Regioni in materia di sanità, scuola, e polizia amministrativa regionale e locale, ledendo di fatto l’unità nazionale. Per “compensare” questi poteri che le regioni otterrebbero se vincesse il SI, la riforma rafforza le competenze del premier che oltre a nominare e revocare i ministri potrà sciogliere le Camere, inoltre, la figura del Capo dello Stato, svuotata di buona parte delle sue prerogative costituzionali, perderebbe il ruolo di garanzia che la Costituzione gli affida. Riflettiamo, inoltre, sulle parole del Presidente della Repubblica che nei giorni scorsi ha chiesto a tutti di rispettare le disposizioni impartite dalla Costituzione, ribadendone l’attualità nonchè la funzione di garante dello sviluppo e della coesione sociale, non precludendo, però, modifiche alla parte II del testo costituzionale, ma solo se condivise da maggioranza ed opposizione. Di tutt’altra levatura morale le parole dell’On. Bossi che in caso di vittoria dei NO al referendum auspica “vie non democratiche” per cambiare il Paese, parole aberranti che fanno riaffiorare dalla memoria i tristi ricordi del terrorismo e dell’eversione. Ringraziando per l’ospitalità e concludo ribadendo la necessità di votare NO in occasione del referendum del 25 e 26 giugno.
Cordialmente
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