“Costruire ponti e non muri”

28 Aprile 2020

La bella notizia di oggi, 28 aprile, è la posa dell’ultima campata del nuovo ponte Morandi, opera progettata dall’architetto Renzo Piano.
L’importanza e la bellezza della notizia e dell’opera non stanno soltanto nel loro valore oggettivo, per l’importanza che il ponte avrà per la città di Genova e tutti i suoi abitanti, oltre che per tutta la viabilità della regione.
E non stanno nemmeno soltanto nell’indiscutibile e altissimo valore simbolico della ricostruzione di un ponte che solo venti mesi fa era crollato causando 43 vittime.
A mio parere, infatti, in questo particolare e inedito scorcio della nostra vita sociale, con risvolti psicologici individuali e collettivi ancora tutti da considerare, l’importanza maggiore è quella metaforica, immaginaria, dell’atto di costruire ponti: il ponte è l’elemento che unisce. Da sempre.
E non unisce solo due sponde, ma fa incontrare, ci fa connettere a tutto quello che sta dall’altra parte, a quello che è altro rispetto a noi, facendoci scoprire in maniera plastica, reale, che invece gli altri siamo noi, che anche noi siamo dall’altra parte, che siamo gli altri di qualcuno.
“Vedevam l’altra riva, la vita tutto il bene del mondo oltre il ponte”.
Al contrario del muro, che divide, separa, nasconde. Non è vero che li costruiamo per sicurezza, li costruiamo per paura.
“Se alzi un muro, pensa a cosa lasci fuori”.
Le due frasi citate, entrambe di quel grande poeta e maestro che è stato Italo Calvino, illustrano molto meglio di me la differenza simbolica.
Ecco perchè la bella notizia di oggi è questa qui, ben oltre la scontatezza un pò retorica dell’ “Italia migliore” e del “ce la faremo”, perchè quando sento dire, proprio in questi giorni in cui avremmo bisogno di guardare oltre, che per ripartire dovremmo “comprare italiano” o “andare in vacanza in Italia”, bhe, penso che davvero dovremo ancora costruire tanti ponti e abbattere tanti muri.

Buona giornata e buon futuro.

Daniele Bandi