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Lettera aperta all’Assessore alla Sanità della Regione Lombardia.

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17 Novembre 2004

Egregio Assessore alla Sanità della Regione Lombardia,
ho letto con interesse la Sua analisi finanziaria della sanità. In particolare quando afferma che “la sanità oggi assume un peso sempre più rilevante per gestire, oltre la fase acuta delle malattie, la cura e l’assistenza di quelle croniche” e di “fare il pane con la farina che si ha”.
E’ vero, il buon padre di famiglia trascura il companatico ma non pane e latte. Quindi, parafrasando ancora la famiglia, quando le cose vanno male il saggio padre tira i remi in barca e giustamente pensa al primo guadagno: cioè al risparmio. Ma in sanità forse bisogna pensare anche alla realtà e ai malanni che stanno sopra le cose. Fra queste, grossa palla al piede, sono le liste di attesa che si travolgono e stravolgono per giungere a buon fine nei canali della sanità privata con pesanti esborsi dei Pazienti. La causa: la mancata possibilità delle sostituzioni. Mi spiego, non certo per Lei ma per il Cittadino che legge: un Primario in aspettativa, ha diritto al mantenimento del suo posto per tre anni, un Aiuto ha diritto ad una aspettativa di sei mesi, un Operatore Sanitario che decide di continuare a studiare, qualunque sia l’indirizzo di studio (sanitario o artistico o musicale) può stare in permesso, poi c’è il part-time che può essere fatto dal 30 al 70%. In termini di ore-lavoro, un ospedale pubblico può avere un deficit che oscilla fra le 15.000 e le 20.000 ora l’anno, ore che non possono essere rimpiazzate perchè per rimpiazzare un Sanitario ne devono andare via due. Intanto i Medici superstiti “litigano” per le ferie e le guardie mediche. E non si parli di usare attrezzature a pieno regime perchè non c’è la possibilità di pagare chi prolunga l’orario di lavoro. E intanto le liste di attesa si allungano, si allungano e diventano un serpentone.
Egregio Assessore, vogliamo tutti insieme, dal centro alla periferia e viceversa, trovare il modo di pensare seriamente alla “politica del fare” e togliere questi cappi al collo delle Aziende Ospedaliere? La sanità pubblica lombarda è un fiore all’occhiello della Nazione, ma non facciamo che non si possano vincere tanti malanni, solamente perchè manca il denaro per vincerli !
Con stima e migliori saluti.

Pierluigi Pagliazzi- Difensore Sanitario

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