Librerie che chiudono, segnale di scarsa vita culturale
21 Giugno 2006
Vorrei segnalare una situazione che ritengo quanto meno inadeguata ad un capoluogo di provincia. In questo periodo a Varese stanno chiudendo due librerie, entrambe per l’impossibilità di reggere la concorrenza della grande distribuzione, forse anche per dover fare fronte alle spese di un’attività nel centro cittadino (affitti e spese varie, immagino). Impossibile non esserne rattristati: è senz’altro un brutto segnale per qualunque città, a maggior ragione per la “nostra”, già culturalmente “spenta”. Tralascerei ulteriori commenti e valutazioni sui danni arrecati dalla grande distribuzione ai piccoli/medi commercianti (e preciso che non faccio assolutamente parte della categoria, sono una dipendente pubblica) se non fosse estremamente pertinente con l’oggetto: mi risulta che dall’anno scorso alcuni grandi centri commerciali in provincia di Varese vendano anche i libri di testo scolastici e – cosa ancora più grave – che alcune case editrici offrano c/o le scuole (medie e superiori) la possibilità di acquistare direttamente dal fornitore i libri adottati con uno sconto del 20-30%. Probabilmente questo spiega non solo la chiusura di alcune librerie ma anche la situazione che intendo segnalare, ovvero che le principali librerie cittadine non tengano e/o non procurino più i libri scolastici. Unica eccezione, forse (ma non ho verificato personalmente), IL LIBRACCIO, che però scoraggia per le leggendarie code di settembre chi non abbia almeno l?incentivo di un grosso risparmio coi libri usati. Ne consegue che sia quasi impossibile prenotare singolarmente i testi per i propri figli – la mia esperienza personale è limitata alla scuola elementare – e si debba presentarsi con almeno 10 nominativi o per classi intere. Il problema sarebbe stato di facile soluzione se noto almeno da maggio, un po’ meno ora, a scuole chiuse, quando è difficile rintracciare gli altri genitori per fare una prenotazione collettiva. Per puro caso la classe di mio figlio è stata informata da un genitore in occasione della distribuzione delle schede di valutazione; in tal modo mi è stato possibile – in qualità di rappresentante di classe – raccogliere i nomi dei presenti, contattare gli assenti e “totalizzare” il numero di studenti richiesto per la prenotazione. Per solidarietà con chi è all’oscuro di tutto ciò, confido nei cartolai di quartiere che, se ben ricordo, ancora lo scorso anno dal mese di agosto esponevano il cartello “SI PRENOTANO LIBRI DI TESTO”.
Tuttavia rimango molto perplessa e contrariata da questa scoperta, soprattutto, ripeto, in considerazione del fatto che Varese è una città capoluogo di provincia con circa 80mila abitanti.
Mi scuso per la lungaggine e saluto cordialmente.
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