» Invia una lettera

Libri o notti d’amore?

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle
Loading...

21 Ottobre 2008

Egregio direttore,

la frase di Balzac riportata come motto della manifestazione gallaratese “Duemilalibri”: “Una notte d’amore è un libro letto in meno”, non rende giustizia né al grande autore della letteratura universale che l’ha concepita e scritta né alla stessa manifestazione di cui costituisce l’epigrafe, poiché il suo senso, ponendo la lettura in relazione inversa con la copulazione, piuttosto che incoraggiarla, la lettura, sembra invitare ad una diversa attività sostitutiva.

D’altronde, è difficile negare che uno slogan che suoni in questi termini: “Fate di più l’amore e leggete meno libri”, appaia particolarmente congeniale all’edonismo postreaganiano di una destra catodica modellata sul prototipo populista e subculturale, se non dei barbieri (sia detto con il massimo rispetto verso questa benemerita categoria di artigiani), del “Grande fratello” o dell’“Isola dei famosi”. Circostanza, questa, che legittima la supposizione, davvero inquietante, che il vero messaggio che si intende comunicare con la citazione balzacchiana sia quello che logicamente traspare sotto traccia, e che suona in questi termini: “Leggete più libri e farete meno all’amore”.

Orbene, il programma di questa “Settimana del libro e dell’autore” è lo specchio fedele, come è stato giustamente detto, della “transizione da una repubblica antifascista a una repubblica afascista”, cui attendono alacremente l’attuale governo e le varie amministrazioni di centrodestra, fra le quali si segnala quella gallaratese, che è la promotrice e l’organizzatrice della suddetta manifestazione. La quale si apre, stando al programma che è stato diffuso, con l’intervento del giornalista missino Buttafuoco, prosegue con il ‘pamphlet’ anticomunista e anticinese di Respinti, nonché con il libello antipartigiano della Carofigli, e, alternando autori locali e nazionali, còlloca, quale ciliegina sulla torta, per la verità dal gusto più amaro che dolce, la partecipazione del ministro Gelmini, la cui foto, che la ritrae con un sorriso smagliante (ma che cosa ci sarà di così divertente nel demolire la scuola pubblica?), fa bella mostra di sé tanto nei ‘dépliant’ quanto negli opuscoli che, all’insegna di un’operazione smaccatamente propagandistica e filogovernativa, sono stati distribuiti nelle scuole.

Senonché, dato che il ministro parlerà il 27 ottobre sul seguente tema: “I libri e la scuola: rapporto fecondo ma difficile”, viene spontaneo chiedersi, da ultimo, se tra la citazione di Balzac e questo “rapporto fecondo ma difficile” non esista una qualche misteriosa affinità o segreta continuità. Stai a vedere che i tagli alla scuola pubblica hanno lo scopo latente e non dichiarato di contribuire alla ripresa demografica di questo paese…

Italicus

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.